L’accordo con Matteo Renzi “credo che si farà. Oggi in giornata decideremo ma sono ottimista. Fino a che non hai depositato il simbolo non hai chiuso, quello che per me è importante è che si crei una alternativa a questa situazione per cui dobbiamo votare sempre coalizioni uno contro l’altra che non hanno nessuna possibilià di governare”. Così il leader di Azione, Carlo Calenda a Rtl, ha commentato l’appuntamento del giorno, quello con Matteo Renzi.

L’incontro potrebbe essere decisivo in vista delle elezioni del 25 settembre e avviene a poche ore dalla consegna dei simboli. Ed è proprio questo uno dei temi che i due dovranno trattare oltre a candidature, collegio e spazi televisivi. Poi c’è il punto del front runner. Renzi sembra disponibile a fare un passo indietro: “Se c’è un progetto politico, sono pronto a fare un passo indietro, Carlo può fare il front runner in campagna elettorale e noi gli daremo una mano”, ha detto il leader di Italia Viva in un colloquio con la Stampa. Ha Confermato che l’accordo con Calenda per creare un terzo polo è in vista e ha spiegato che “il terzo polo può prendere voti sia a Forza Italia che al Pd e con un buon risultato al proporzionale, possiamo essere decisivi in Parlamento per far tornare Mario Draghi”. Duro giudizio su Letta e il Pd. “Ha fatto una frittata, è il miglior amico di Giorgia Meloni”.

Oggi è il giorno per chiudere l’accordo. “Il terzo polo c’è già, la domanda è se riusciremo a costruirlo in modo serio e con la compagine più ampia possibile”, dice annunciando che, nonostante la leadership non sia ancora stata decisa, è pronto “a fare un passo indietro”. Per il leader di Italia viva: “L’obiettivo di breve periodo è riavere Draghi, quello di medio periodo è mettere in sicurezza il Paese a livello economico”. E aggiunge: “Potremmo spostare gli equilibri e ritrovarci a essere decisivi in Parlamento, anche se magari non subito numericamente. E noi in Parlamento ci sappiamo stare”.

Intanto i sondaggi accreditano il Terzo Polo del 4%. E c’è già chi fa i conti: se l’alleanza arrivasse al 7% ci sarebbero una ventina di posti disponibili tra Camera e Senato. Ma i candidabili sono molti di più. E qualcuno rimarrà di sicuro scontento. Come ricostruito da Open, di certo c’è che Calenda vuole avere maggiore spazio rispetto a Renzi. A partire, spiega oggi La Stampa, dagli spazi televisivi. L’idea di un ticket Carfagna-Bonetti sembra tramontata. Anche se candidare alla premiership due ministre del governo Draghi sarebbe stato un buon modo per ribadire la fedeltà al presidente del Consiglio. Ribadita ieri da Renzi: “A Bruxelles ci sono quelli tosti, gli olandesi, i tedeschi. Ma se non cambiamo quel patto non andiamo da nessuna parte. Io chiedo agli italiani, chi preferite che vada a trattare? Draghi o Meloni?”. L’idea dell’ex premier è che un pareggio elettorale favorisca la permanenza dell’ex Bce a Palazzo Chigi.

Azione e Iv dovrebbero dunque presentarsi con una lista unica con un simbolo che potrebbe mettere insieme i loghi dei due partiti e solo un nome. Potrebbe essere quello di Calenda, salvo che i due alleati non si accordino su un altro nome, come Carfagna.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.