Moni Ovadia è tante cose. Attore, cantante, musicista, scrittore. Soprattutto, è uno spirito libero, che sa andare controcorrente, alla faccia del pensiero unico veicolato dalla comunicazione mainstream. Sulla guerra. E non solo. E sulla guerra Moni Ovadia è uno dei promotori del referendum contro l’invio di armi all’Ucraina. E a Il Riformista ribadisce: “La guerra non si sconfigge con la guerra. E poi c’è un problema di democrazia. Gli italiani hanno il diritto di poter dire la loro su una questione vitale come è quello di partecipare ad una guerra. Perché smettiamola con l’ipocrisia di una politica che tira il sasso e poi cerca di nascondere la mano. L’Italia, come l’Europa, è già dentro questa guerra, alla faccia dell’articolo 11 della nostra benedetta Costituzione antifascista”.

A proposito di fascismo e antifascismo. Moni Ovadia è in giro per l’Italia a portare in scena, assieme ad Aldo Cazzullo, lo spettacolo Il Duce delinquente. “Mussolini è di più di un delinquente – rimarca Ovadia – : un criminale di guerra e un assassino di massa che ha provocato la morte di centinaia di migliaia di esseri umani anche italiani”. E ai revisionisti storici oggi al governo, o che ricoprono altissime cariche istituzionali, come il presidente del Senato Ignazio La Russa, che contestano l’azione dei partigiani a Via Rasella, Moni Ovadia ribatte: “Quelle dei partigiani furono azioni militari, un popolo deve ribellarsi all’occupante. C’erano i nazisti che deportavano cittadini italiani e bisognava stare a guardare o collaborare con gli aguzzini?”.

La guerra d’Ucraina è entrata nel secondo anno. A dettar legge è la “diplomazia delle armi”. E la politica?
La politica è morta e da parecchio. Oggi c’è la “partitica”, non la politica. Le iniziative non ci sono più. In Occidente comandano gli americani. Se ti collochi fuori come governo ti fanno saltare, magari con qualche atto speculativo. Se non sorge un grande movimento dal basso, non soltanto in Italia ma in tutta Europa, andrà avanti così. Continueranno a fare quello che dettano le agende degli americani sulla base delle loro elezioni. Biden andrà avanti così per vedere poi cosa succederà con le presidenziali del 2024. Dal punto di vista della politica estera, i Democratici americani sembrano peggio dei Repubblicani. Quella tra Democratici e Repubblicani è una distinzione che attiene solo alla politica interna degli Stati Uniti. Certo, i Repubblicani hanno un orientamento reazionario sui diritti civili, lo sappiamo. Ma in politica estera quelli che hanno combinato i peggiori disastri sono i Democratici. C’è di più.

Cos’altro ancora?
Solo la dabbenaggine senza confini di gran parte dei nostri sedicenti politici, può portarli a pensare che la politica estera degli Stati Uniti sulla guerra, ieri come oggi, dipenda dalle elezioni americane. Dipende soprattutto dagli interessi della lobby politico-militare che già segnalava negli anni ’50 Dwight Eisenhower. Ma quale più grande democrazia del mondo. Gli Stati Uniti sono una oligarchia, non una democrazia. Gran parte dei cittadini sono tagliati fuori de facto dalla elaborazione delle decisioni.

E l’Europa?
L’Europa non esiste politicamente. Esiste solo per regolare le questioni che interessano i grandi potentati economici, alle Banche centrali e quelle robe lì, che poi si occupano di fare e imporre le politiche di austerità, deprimere i salari dei lavoratori oppure fare come Macron che aumenta l’età pensionabile. Ma i francesi gliel’hanno cantata. Avrà fatto la legge, ma a mio avviso Macron è politicamente finito. Non ha voluto il referendum, perché se l’avessero fatto, il mantenimento dell’età pensionabile avrebbe vinto e alla grande. La Francia ha una tradizione rivoluzionaria. Questi quando menano le mani lo fanno veramente. Non sono mica come noi che facciamo un’ora di sciopero alternato e poi si tira avanti. Io detesto la violenza. Ma i francesi che sono scesi nelle strade per manifestare hanno ragione da vendere. Decidono delle loro vite e dovrebbero stare zitti e buoni? Anche la storia dei grandi invasi delle acque per favorire le coltivazioni intensive. Tutto fatto a favore delle multinazionali, dei grandi potentati finanziari. In totale spregio dei diritti dei cittadini. Poi ovviamente ci sono politici più capaci e meno capaci. Decisamente, in Europa, la Merkel è stata la politica più capace, ha fatto il salario minimo garantito. Lì lo fanno i conservatori. Qui da noi quelli del Pd ne parlano a mezza voce, tremando. Io non m’interesso più di quella politica. Oltretutto una noia. Quando ascolto un talk show mi verrebbe da dire: ma ragazzi state giocando a Risiko o state parlando di politica?! Il nulla mescolato col niente, traduzione italiana di un celebre detto siciliano.

In una intervista a questo giornale, Edith Bruck ha affermato, senza addolcimenti o giri di parole, che ci governa dice e fa cose fasciste
Edith Bruck la sa lunga, ha visto molto ed è una donna di grande lucidità. Concordo con molte delle cose che ha detto, sull’oggi e sul passato. Con un’aggiunta, se posso permettermi…

Certo che sì.
Dire certe cose fasciste o parafasciste, che a volte trascendono nel ridicolo come i musici pensionati di Via Rasella inventati da La Russa, a me pare soprattutto un mezzo di distrazione di massa. Ho l’impressione che non sappiamo bene cosa fare. E allora si fa un po’ di casino. E si discute sull’ultima uscita di La Russa che afferma che la Costituzione non parla di antifascismo. Per forza che non ne parla. Perché è antifascista ogni sua parola. Meloni e La Russa, e tanti altri come loro, eredi del fascismo, non solo dovrebbero essere degni della Costituzione antifascista sulla quale hanno prestato giuramento, ma dovrebbero ricordarsi che se oggi fanno politica liberamente è perché a vincere allora fu la resistenza. Il fascismo è stato in tutto e per tutto un crimine. E questo non è “soltanto” un giudizio storico-politico che dovrebbe essere unanime. E’ qualcosa di più. E’ un giudizio etico, che va oltre il ventennio e che riguarda le idee, i principi del fascismo che sono sopravvissuti alla caduta di quel regime criminale. Il “Fascismo eterno”, per dirla con Umberto Eco. Verso questi proto o post fascisti provo un sentimento che mi è difficile sintetizzare: pietà, vergogna, imbarazzo, oltreché indignazione. La sostituzione etnica! Ma di che cosa parlano. A parte che nel corso di un secolo – 1870-1970 circa – sono emigrati 30 milioni di italiani. Cosa facciamo, ce li ripigliamo indietro? La storia dell’umanità è una storia di emigrazioni. Tutti prima o poi l’hanno fatta. Non vogliono affrontare i problemi veri. Perché per affrontarli ci vuole un livello di autorevolezza e capacità che in questo momento non esistono da nessuna parte.

Che idea si è fatto di Elly Schlein?
Ho simpatia per lei. E’ una donna competente. Da parlamentare europea ha fatto cose buone. Tuttavia…

Tuttavia?
Quelli del Pd sono ancora troppo tremebondi. A Elly mi permetto di dire: più coraggio, più radicalità, più sinistra, quella vera. Un partito di sinistra dovrebbe fondare la sua azione su 5 punti basilari.

Quali?
Scuola pubblica. Sanità pubblica. Pace, non atlantismo, l’atlantismo è un ferro vecchio che sta distruggendo quel poco che avevamo di Europa. Uguaglianza, cioè giustizia sociale. E un investimento massiccio sulla cultura, perché stiamo diventando un paese di ignoranza abissale. Se in Germania c’è un salario minimo di 12 euro, in Italia lo propongano di 14 euro all’ora. Basta con questa storia di tremare. Con il lavoro ridotto ad una servitù. Basta. Il lavoro deve costruire dignità, società. Deve essere pilastro di una cultura del convivere. Sono molto pessimista. Ma continuo a fare la mia militanza, non più nei partiti, però. Vado con gli operai Gkn, sono con i palestinesi, con i curdi, ovunque ci sia bisogno di me. Non mi nego mai. Ma la politica partitica…che fa oltre ad andare nei talk show a chiacchierare? Un rito vuoto, sempre fine a se stesso, irrilevante. Non ce ne è uno che affronti il merito le questioni. Parte l’insulto, parte l’etichetta come quella di essere “putiniano” perché osi andare contro il pensiero militarista e i suoi aedi mediatici. L’ho già detto e qui lo ripeto: oggi c’è un rifiuto totale a ragionare sulle origini della guerra. La vulgata è che Putin è impazzito, chiunque dica il contrario è un pericoloso putiniano. Sono pacifista, e lo rivendico con orgoglio e fierezza. Come lo era Aldo Capitini o Gino Strada, solo per fare dei nomi. Per non parlare di Papa Francesco, silenziato, oscurato perché contro la guerra e contro chi si arricchisce con essa. La guerra non è mai la soluzione. La guerra è il problema. Vede, io non faccio più quello che è utile. Faccio quello che ritengo giusto. Se mi dicono: vota questo perché sennò viene quello…in questo modo i democristiani c’hanno fregato per quarant’anni. Per votare voglio una ragione. In questo momento non ce l’ho. Non c’è nessuno che mi dà una ragione. Un partito che s’impegni, lotti per costruire un modello di società. Si vive come i criceti, girando sullo stesso meccanismo. Non io, grazie. Non m’interessa.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.