L’istituto Ipsos in un sondaggio per il Corriere della sera realizzato tra il 21 e il 23 febbraio ha rilevato che solo il 34% degli intervistati è a favore dell’invio di armi all’Ucraina. Gli italiani continuano ad essere preoccupati per il conflitto, ne temono soprattutto i risvolti economici più che quelli umanitari, e non prevedono che le ostilità possano cessare a breve. Anzi, ci vorrà da uno a più anni.

Zelensky non gode più delle simpatie di un anno fa che sono in netto calo a favore di un atteggiamento più equidistante o comunque non a favore né suo né di Putin. Una fotografia che fornisce anche letture di politica interna dopo la recente visita di Meloni a Kiev e del suo fermo appoggio al presidente ucraino.

L’invio di armi è visto con favore solo dal 34 per cento degli italiani, il 45 per cento è invece contrario. Percentuale ancora più marcata all’interno del partito della presidente del Consiglio, nella coalizione di centrodestra più ostili a nuovi aiuti sono gli elettori della Lega. I favorevoli prevalgono solo tra i sostenitori di Forza Italia come gli elettori del Pd e di quelli di Azione-Iv, contrari i cittadini che votano Movimento.

Sarà interessante vedere se Meloni che sta ‘sfidando’ parte dei suoi elettori, ne pagherà un prezzo in termini di voti. Il 79 per cento degli “italiani confermano di essere preoccupati per il perdurare del conflitto — spiega Nando Pagnoncelli, direttore di Ipsos —. Lo sono soprattutto per le sue ricadute economiche più che per le conseguenze umanitarie”. Cresce anche il timore che la guerra possa “degenerare in un conflitto mondiale”.

Le previsioni di un prossimo cessate il fuoco non sono ottimistiche per gli italiani intervistati. Per il 30 per cento la guerra durerà ancora per “diversi anni”, secondo un altro 30 ci vorrà almeno un anno per arrivare ad uno stop.

Pagnoncelli osserva dai dati emersi nell’indagine che “è cresciuta la quota (dal 38 al 46 per cento) di coloro che non si schierano con nessuna delle due parti”. È scesa anche la percentuale degli italiani favorevoli alle sanzioni alla Russia (erano il 55 per cento nel marzo 2022, e oggi sono il 46 per cento, mentre i contrari sono passati dal 31 al 38 per cento).

Redazione

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