La Presidente Meloni non ha bisogno di suggerimenti. Dopo i primi mesi, a cominciare dal G20 di Bali, ha già sufficiente esperienza internazionale. E poi fatica ad ascoltare gli amici, anche con qualche ragione: figuriamoci gli avversari. Ma alla vigilia del G7 un consiglio non richiesto mi sento di darglielo. Sigli una tregua con Macron, subito. Perché la guerra con la Francia non serve a nessuno. Soprattutto: non serve all’Italia,

Nel merito Francia e Italia non hanno questioni insormontabili. Ci sono stati e ci saranno sempre dossier su cui ci scontreremo con Parigi. È fisiologico. E non c’è dubbio che i cugini d’Oltralpe su tante partite faticano a dissimulare la loro mai sopita ansia di grandeur. Dunque, se c’è da discutere si discuta, se c’è da competere si competa. Ma il vero problema è che i due, Macron e Meloni, non si prendono.

La Presidente ha stretto un buon rapporto con molti leader. Ha fatto una impressione positiva quasi ovunque. Dagli USA alla Cina, dall’India al Golfo, Meloni ha aperto promettenti canali di dialogo. Anche in Europa dove l’attendevano come una neofascista pericolosa, quando si è seduta al Consiglio Europeo, non ha fatto male. “Appena si accorgono che non ho le orecchie verdi e non sono una marziana si sorprendono” diceva divertita nelle ore del debutto. Uno dei suoi colleghi capi di Governo europeo mi aveva detto peste e corna di lei prima di conoscerla. Gli avevo risposto: ci lavorerai meglio di quanto pensi. Mi ha cercato dopo qualche settimana: avevi ragione, Matteo.

I due sono ormai inseparabili compagni di sigaretta nelle pause dei lavori. Ma con la Francia Meloni deve mettere da parte la sua antipatia epidermica. La Cina acquisisce influenza ogni giorno, gli Stati Uniti sono politicamente più deboli, l’UE è divisa e preda della burocrazia, in Africa Bruxelles non tocca palla. Sull’economia da soli non andiamo da nessuna parte, né noi e neppure i francesi anche se dicono il contrario.

E allora basta con gli slogan, basta con la narrazione superficiale di un conflitto che spazia dalla Gioconda alla testata di Zidane a Materazzi. Facciamo un salto di qualità e facciamo un accordo serio. Macron sta terminando il secondo mandato, è un sostenitore vero dell’Europa e ha tutto l’interesse a ristabilire un rapporto con Roma. Potrebbe essere il perfetto Presidente del Consiglio europeo nel 2027.

Meloni vuole essere il pilastro di un’alleanza tra Conservatori e Popolari (non facilissimo) che porti un popolare alla guida della Commissione e certifichi il ruolo dell’Italia. Gli obiettivi non sono facili ma nemmeno incompatibili. In ballo c’è il futuro dell’Europa. Abbassiamo i toni delle ripicche e alziamo il livello della politica. Solo così si difende davvero l’interesse nazionale.

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Matteo Renzi (Firenze, 11 gennaio 1975) è un politico italiano e senatore della Repubblica. Ex presidente del Consiglio più giovane della storia italiana (2014-2016), è stato alla guida della Provincia di Firenze dal 2004 al 2009, sindaco di Firenze dal 2009 al 2014. Dal 3 maggio 2023 è direttore editoriale de Il Riformista