Continuano i combattimenti sul campo, in Ucraina, al 393esimo giorno dall’esplosione della guerra scatenata dall’invasione russa. E Mosca accusa: con l’invio a Kiev di armi all’uranio impoverito l’Occidente rischia l’Armageddon. Già il presidente Vladimir Putin, dopo il suo incontro con il Presidente russo Xi Jinping in Cina, aveva commentato l’intenzione annunciata lunedì dal Regno Unito di fornire a Kiev, insieme ad altri mezzi e munizioni, anche proiettili con uranio impoverito. Putin aveva assicurato che Mosca agirà di conseguenza. E ha scatenato un nuovo dibattito sulle forniture di armi occidentali all’Ucraina.

L’intenzione di fornire uranio impoverito era emersa lunedì scorso in un’audizione alla camera dei Lord in cui Annabel Glodie aveva definito i missili con uranio “altamente efficaci nel colpire i carri armati e i veicoli blindati”. Le dichiarazioni erano inizialmente passate sottotraccia ma poi era stata ripresa e largamente commentata da esponenti del Cremlino. Per il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu “un’altra linea è stata superata e ne restano sempre meno” mentre il ministero della Difesa del Regno Unito aveva confermato l’intenzione e ha aggiunto che l’uranio impoverito è un “componente standard” usato da decenni dall’esercito britannico e che “la Russia lo sa”.

“I Paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti hanno deciso di portare l’umanità sull’orlo di un Armageddon nucleare”, ha dichiarato a Washington, secondo la Tass, l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, rispondendo alle dichiarazioni di alti funzionari statunitensi secondo cui le munizioni all’uranio impoverito sarebbero armi utilizzate da decenni e non presenterebbero alcun rischio elevato. “Commentare questo tipo di assurdità è davvero difficile. Le autorità statunitensi hanno raggiunto un nuovo minimo con le loro dichiarazioni irresponsabili. Un flusso ininterrotto di armi mortali sta arrivando in Ucraina, con l’aiuto del quale civili, aree residenziali, scuole, ospedali, asili sono essere distrutti. Ma neanche questo basta ora l’Occidente vuole fornire ai nazisti di Kiev proiettili con uranio impoverito“.

Sulla stessa linea le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitry Medvedev: “Il desiderio dell’Occidente è molto semplice: destabilizzare la situazione politica, dividere il Paese in parti, abbastanza grandi, negoziare con ognuna di queste parti, denuclearizzarla e smilitarizzarla e di far entrare tali pezzi nella Nato, “soprattutto in termini di divisione della nostra ricchezza nazionale. L’Occidente non vuole alcuna partnership paritaria con noi, perché non ne ha bisogno. Capiscono solo il linguaggio della forza“.

Sul campo. Colpiti obiettivi civili a Kiev e anche nella città di Zaporizhzhia dove una persona è morta e 34 persone sono rimaste ferite, si è evitata la strage perché il missile non ha colpito frontalmente ma si è infilato tra due palazzi. Salgono ancora le vittime dell’attacco di droni nella regione di Kiev. Attacchi anche nel distretto di Nikopol. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) lancia l’allarme dello “stato precario” di sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla di ferocia selvaggia e assicura che Kiev risponderà a ogni attacco russo alle nostre città. Il Presidente ha visitato il Donbass, si è recato a Bakhmut e a Kharkiv. Secondo il Conflict Intelligence Team, un’organizzazione open source con sede a Tbilisi, l’esercito russo potrebbe schierare al fronte carri armati risalenti agli anni ’50 per compensare le enormi perdite di mezzi corazzati subite dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Dello stesso avviso l’Institute for the Study of War.

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