Si allarga ulteriormente la distanza tra centrodestra e centrosinistra in vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre. È quello che emerge dal sondaggio Emg condotto tra l’8 e il 9 agosto. L’indagine dell’istituto di Fabrizio Masia mostra che le intenzioni di voto piazzano il centrodestra a un passo dal 50%. Non proprio brillante l’esordio del Terzo Polo riformista Renzi-Calenda, che ancora deve nascere. Altissimo il tasso di di indecisi e astenuti.

Per quanto riguarda i partiti Fratelli d’Italia è al 24%. Il Partito Democratico con Articolo 1 e Psi avrebbe agganciato alla stessa quota il partito di Giorgia Meloni. Servirebbe comunque una rimonta al limite del miracoloso al centrosinistra guidato da Enrico Letta per colmare un gap di 16 punti percentuali e mezzo. La Lega è al 12,5%, Forza Italia all’8%, il cartello Noi con l’Italia – Italia al Centro – Coraggio Italia-Udc al 3,5%. La coalizione si piazza al 48%.

La stima è in linea a quella dell’ultimo sondaggio Youtrend per Sky Tg24. Leggermente più alto invece il centrosinistra, secondo EMG al 31,5%. Poco possono i voti di +Europa, 3%, Sinistra Italiana e Verdi al 3%, Impegno Civico e Centro Democratico all’1,5%. A seguire il Movimento 5 Stelle è al 10%, Azione e Italia Viva (che ancora devono formalizzare l’accordo) sono al 6%. Altre liste al 4,5%. Altissimo il tasso di indecisi e astenuti: al 41%.

“Meloni, Salvini e Berlusconi, a differenza dei rivali sono riusciti subito a trasmettere agli italiani un’idea di compattezza, e questo ha pagato. In più adesso per la prima volta abbiamo testato i centristi del centrodestra tutti assieme, Noi con l’Italia, Italia al Centro e Coraggio Italia e Udc, che secondo il nostro campione oggi raggiungono il 3,5%”, ha commentato al quotidiano Libero Masia secondo cui al Movimento 5 Stelle a questo punto converrebbe poco buttarsi nel centrosinistra e il Terzo Polo Renzi-Calenda dovrebbe avere dei margini di crescita.

Calenda ha perfino sollevato a La7 una critica ai sondaggisti, sostenendo che quelli seri al momento non lavorano, perché gli italiani sono al mare. “È vero che con la gente in spiaggia si fa più fatica, ma è altrettanto chiaro che se i sondaggi danno un partito all’8, al limite potrà essere al 6 o al 7, ma non al 4, e viceversa naturalmente. A inizio settembre le rilevazioni daranno un quadro ancora più preciso, però manca solo un mese e mezzo al voto e un sondaggio adesso dà comunque un quadro abbastanza definito”.

Nessuna influenza sul voto invece della prima volta dei 18enni che potranno votare al Senato. “Dipende da come verrà impostata la narrazione”, osserva poi Masia a proposito dell’agenda Draghi agitata da più parti in campagna elettorale. “Calenda e Renzi credo eviteranno l’effetto boomerang: dire che sarà Draghi il loro presidente del Consiglio col rischio di una smentita da parte del diretto interessato darebbe un contraccolpo pesante”. Per Masia l’affluenza si fermerà al 65-66%, sette punti in meno del 2018.

 

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.