Dopo la “decisione sofferta” di Carlo Calenda di stracciare l’accordo con Letta come cambia la situazione dei sondaggi per le elezioni politiche 2022? “Una compagine con dentro Pd, + Europa, Verdi e Sinistra italiana — risponde Antonio Noto di Noto sondaggi al Corriere della Sera — può ambire al 26% e sarebbe assai lontana dal centrodestra. Difficile la rimonta sul centrodestra con Calenda, figurarsi senza Azione”.

Per il centrosinistra il divorzio potrebbe essere uno scossone forte. Lorenzo Pregliasco di You Trend fa una premessa: “Intanto non sappiamo come finirà perché a oggi è tutto più che surreale. Detto questo, si tratta di uno strappo subito dal Pd che segue lo strappo del M5S. Il Nazareno si ritrova con una mini coalizione Pd-Più Europa-Sinistra e Verdi. Non solo l’alleanza è eterogenea, per le note differenze programmatiche, ma ha anche un perimetro ristretto”.

“A questo punto la nuova coalizione di centrosinistra assume un perimetro di tipo socialista, su cui si può riconoscere tutto l’elettorato di centrosinistra”, sostiene Carlo Buttaroni di Tecné. E ancora: “un dato dovrebbe far riflettere: a oggi solo il 31,8% dell’elettorato sa chi votare. Un elettore su tre è orientato, il resto è un mare aperto. Segno che è tutto in evoluzione”.

Che peso può avere Calenda? “Appare un leader poco coerente, poco credibile, sia da destra sia da sinistra. Oggi fa più fatica a togliere consensi al centrodestra perché fino a un’ora fa stava con il Pd, e anche al centrosinistra perché viene visto come un partner inaffidabile. Aggiungo che c’è il problema delle firme. Tanti auguri, allora, perché è il 7 agosto”. Noto invece sostiene che il leader di Azione parte da una base del 7%. “È stato abile — osserva —a tenere l’Italia sospesa per diversi giorni. Potrebbe far male non solo al Pd ma anche a Forza Italia. Bisogna solo capire cosa farà: andrà in coalizione con Renzi? Farà una lista unica con il leader di Italia viva? Azione e Italia viva potrebbero potenzialmente superare il 10%”.

Buttaroni concorda sul fatto che l’asse Renzi-Calenda potrebbe superare la soglia del 10% perché “rappresenterebbe uno schema politico coerente”. Curiosità sui centristi del centrodestra rappresentata da Giovanni Toti e Maurizio Lupi, “l’area draghiana” che secondo Noto potrà portare alla coalizione Berlusconi, Salvini, Meloni più del 3%. Mentre per Pregliasco “quell’area è in diretta competizione con Forza Italia e difficilmente potrà allargare. Come fai a essere draghiano nella stessa coalizione in cui si trovano partiti che hanno sfiduciato Draghi?”. Stessa posizione di Buttaroni: “Sposta pochissimo. In questo momento per 7 italiani su 10 la priorità è rappresentata dal caro bollette e da come fare la spesa, non certo dall’agenda Draghi che viene percepito come qualcosa che contiene i numeri telefonici dei potenti”.

Fabrizio Masia, amministratore delegato di Emg Different, spiega: “Il distacco dal Pd non significa necessariamente che Calenda correrà da solo. Per il leader di Azione, si apre l’opportunità di un patto con Italia Viva di Renzi, che presidia proprio lo spazio politico centrista. Insieme, Calenda e Renzi, potrebbero superare agevolmente le soglie di sbarramento”, soprattutto con una lista unitaria. “Semmai vedo in difficoltà Letta, Fratoianni, Bonelli e Di Maio – continua Masia – che intanto perdono qualsiasi aggancio con il centro. Soprattutto dovranno guardarsi dalla competizione dei 5Stelle. Competizione che si giocherà a sinistra, visto che i grillini si etichettano come forza progressista”.

Il Movimento 5Stelle – secondo Masia – dovrebbe conservare nelle urne un 10%, grazie a un copioso flusso di consensi dal Sud Italia. In questo scenario complesso, “il centrodestra è ora in forte vantaggio nei collegi uninominali, quelli dove si vota il candidato, sia alla Camera e sia al Senato”, avverte ancora Masia. A suo parere, quindi, è credibile uno scenario che assegni una ampia maggioranza dei collegi uninominali a Meloni e ai suoi alleati, determinando così una maggioranza schiacciante in Parlamento.

Secondo una simulazione di Bidimedia, di cui riferisce l’agenzia Ansa, correndo da solo il Pd si aggiudicherebbe 13 collegi tra Camera e Senato. La coalizione tra il Pd e le forze di sinistra – ma con Azione di Calenda – ne avrebbe strappati fino a 53.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.