E dopo l’accordo con Sinistra Italiana ed Europa Verde anche Luigi Di Maio si aggiunge alla coalizione del centrosinistra trainato dal Partito Democratico di Enrico Letta. Un centrosinistra “all in” mentre Carlo Calenda, il primo a raggiungere un accordo con i dem martedì scorso con il suo cartello Azione/+Europa, non nasconde i suoi malumori. Alla fine dell’incontro Letta e Di Maio hanno tenuto una conferenza stampa.

“Molto contento di poter annunciare l’intesa con Impegno civico, per andare insieme negli uninominali della legge elettorale”, ha detto Letta Impegno Civico è il cartello creato da Di Maio e Bruno Tabacci. “Abbiamo anche convenuto una relazione tra noi identificata nel rapporto di 92% a 8%. Abbiamo offerto anche un diritto di tribuna. Si ragionerà sugli aspetti legati al diritto di tribuna, la lista prenderà le decisioni e ce le comunicherà”.

Chiuse le trattative per il campo del centrosinistra a questo punto. La coalizione ha escluso Italia Viva di Matteo Renzi che all’annuncio dell’accordo con Di Maio, ha prontamente twittato dopo una giornata di bordate con i dem. “L’accordo tra Pd e la sinistra radicale svela la verità: anche i dem si alleano con chi ha fatto cadere Draghi. Gli unici coerenti con l’Agenda Draghi siamo noi Terzo Polo. Faremo una campagna elettorale in nome del coraggio e della verità”. L’Agenda Draghi è la stessa alla radice dei mal di pancia di Calenda verso Europa Verdi e Sinistra Italiana.

Letta però sembra determinato: “Noi chiudiamo la partita più complicata, con la costruzione di alcune liste che potessero competere con la destra. Un lavoro difficile e complicato. Ringrazio Azione e più Europa, con cui abbiamo siglato un patto di governo lungimirante”. Dello stesso avviso sull’agenda Di Maio: “Il nostro obiettivo è aggregare chi rappresenta i territori. Ora le coalizioni sono definite e chiare, oggi si entra nel vivo. Siamo convinti di questa intesa, difendere l’agenda Draghi significa anche difendere dei risultati economici”.

Il via libera di Sinistra Italiana

“L’Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana dà mandato al Segretario Nazionale e alla Segreteria di verificare la possibilità di stringere un accordo con il Partito Democratico sui collegi uninominali, tale da contrastare con la massima efficacia possibile la forza elettorale della coalizione di destra; di lavorare perché tale accordo sia esteso anche al M5S, e porti alla candidatura di importanti personalità del mondo del lavoro, della cultura, dell’associazionismo e dei movimenti democratici, progressisti ed ecologisti”.

Il mandato prevede anche di presentare una proposta programmatica che, tra l’altro, “parta dalla difesa e attuazione della Costituzione e abbia al centro la lotta per la giustizia sociale ed ambientale, a partire dalla lotta ai cambiamenti climatici”. Fra gli altri punti, “l’investimento in scuola, sanità e trasporti pubblici e gratuiti”, i “diritti civili, con il riconoscimento di pieni diritti per le persone Lgbtq+” e “il rilancio di una proposta di legge che garantisca l’uguaglianza e la pari dignità familiare”.

Soddisfazione del Nazareno: “Accogliamo con soddisfazione ed esprimiamo apprezzamento per la decisione assunta oggi dall’Assemblea nazionale di Sinistra Italiana. Al contempo, confermiamo l’indisponibilità a riaprire la discussione sul perimetro delle alleanze già decise”, riferiscono i dem chiudendo ad altre alleanze e quindi a Italia Viva di Matteo Renzi. Lo stesso vale per un’alleanza con il Movimento 5 Stelle, come tra l’altro aveva già ribadito nei giorni scorsi a più riprese il segretario dem Enrico Letta.

Botta e risposta con Renzi e Italia Viva

Dallo stesso Nazareno l’attacco a Italia Viva: “Oggi, forse per rosicchiare qualche margine di visibilità in più, Matteo Renzi trova il tempo e l’audacia di dare lezioni al Partito Democratico. Quello stesso partito che, prima di scappare sulla sua personale scialuppa, da segretario ha tentato di affondare lasciando macerie, lacerazioni e un 18% da guinness dei primati negativi. Non stupisce che praticamente la totalità degli elettori e dei militanti del Pd abbia maturato un giudizio durissimo, senz’appello, su di lui e sulla sua parabola politica”, riferiscono all’Ansa fonti del partito.

Poco male per Matteo Renzi che già in un’intervista a Il Corriere della Sera aveva confermato la corsa solitaria di Italia Viva. “Liberi e coerenti, noi corriamo da soli. E col 5% saremo decisivi”, ha scritto su Twitter l’ex premier. “Oggi il Pd attacca violentemente Matteo Renzi. Noi facciamo politica e non viviamo di rancori personali: pensiamo che la strategia di Letta sia un regalo alla Meloni. Ma ne parleremo il 26 settembre. Per adesso buona campagna elettorale. Anche a chi ha gli Occhi Di Tigre”, il tweet ironico del partito sui social che ha postato il video di una tigre che prova a catturare un uccello. Degli “occhi della tigre” necessari per vincere le elezioni aveva parlato il segretario del Pd Enrico Letta.

I mal di pancia di Calenda

Centrosinistra che dopo giorni di trattative non sembra comunque uscire da acque agitate: le tensioni potrebbero rinascere con Carlo Calenda. L’ex ministro dello Sviluppo Economico ha condiviso la notizia del via libera sui social con l’invito a riaprire al Movimento 5 Stelle. Dalle parti di Azione, scrive l’AdnKronos, fanno sapere che si attende ora la risposta di Enrico Letta rispetto al mandato di Si a Nicola Fratoianni che include anche la richiesta di recuperare i pentastellati di Giuseppe Conte. “Vediamo che risponde Letta”. Calenda stesso ieri aveva tranciato: “Mi pare del tutto evidente che c’è una scelta netta da fare per il Pd, che ha siglato un patto chiaro con noi che dice l’opposto. A queste condizioni per quanto ci concerne non c’è spazio per loro nella colazione”.

A dividere la posizione sulla cosiddetta “Agenda Draghi”. Il leader di Azione, a conferma della sua posizione, aveva condiviso in mattinata uno stralcio di un editoriale di Mattia Feltri su Huffington Post: “Il Pd decida che cosa intende diventare, se un partito di sinistra riformista, o un partito di sinistra dura e pura. L’uno e l’altro, in nome dell’emergenza fascismo, non funziona più. Anzi, non ha mai funzionato”.
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