Matteo Renzi ringrazia perfino Enrico Letta: perché i dialoghi nel centrosinistra sono un “indecoroso balletto”, perché la strategia del segretario del Partito Democratico starebbe regalando Palazzo Chigi alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, esclude ormai ogni possibilità di un accordo in extremis con i dem e infine punta al 5%. Se l’obiettivo dovesse essere raggiunto, “lavoreremo per mantenere questo premier (Mario Draghi, ndr), che è l’orgoglio dell’Italia e che è stato mandato a casa da populisti e sovranisti”.

L’ex Presidente del Consiglio e leader di Italia Viva ha parlato in un’intervista a Il Corriere della Sera. Centrosinistra, centrodestra, alleanze, la campagna elettorale che entra nel vivo. Italia Viva è data da praticamente tutti i sondaggi sotto la soglia di sbarramento del 3%, servono più o meno un milione di voti. L’ex premier però è fiducioso. Secondo un retroscena pubblicato da Repubblica nei giorni scorsi starebbe pensando di candidarsi in cinque città: la sua Firenze, Roma, Milano, Napoli e Torino. Primo nel listino proporzionale e in qualche caso anche uninominale per trainare il brand Italia Viva.

“Credo che il motivo per cui Letta abbia parlato con tutti tranne che con noi sia legato a piccole vendette personali per le vicende del passato. Non si spiega una coalizione che mette insieme storie totalmente diverse che parte da un veto a una e una sola forza politica. Evidentemente Enrico pensava di ferirci nel dire: ‘Tutti, ma non Italia viva’. Vedendo come sono andate le cose non finirò mai di ringraziarlo”, è il commento piccato di Renzi. “Ci ha restituito uno spazio politico e l’indecoroso balletto di queste ore del centrosinistra mi rafforza nel progetto di non partecipare a coalizione finte e posticce. Correremo da soli, parlando di inflazione, guerra, energia, cultura. E faremo una campagna elettorale in nome del coraggio e della coerenza”.

Smentita la voce secondo la quale Iv avrebbe dialogato con Forza Italia: “Tutti dicono che non abbiamo voti. E poi però ci cercano tutti. Non possiamo stare insieme a Forza Italia non solo per il passato, ma anche per il presente. Draghi è andato a casa per l’azione di Conte ma anche per la sfiducia di Salvini e Berlusconi. E questo basta per dire che Forza Italia ha commesso un errore clamoroso. Molti moderati voteranno per noi, a condizione che non ci alleiamo con il Pd. E molti riformisti voteranno per noi, a condizione che non ci alleiamo con la destra. Questo è esattamente ciò che faremo”.

Se Italia Viva arranca nei sondaggi, in vetta alle intenzioni di voto continua a essersi Fdi della leader Giorgia Meloni in un’ascesa inesorabile e costante dalle scorse politiche. Avversaria da affrontare sui temi e non da denigrare agitando lo spauracchio del fascismo: “Basta con la demonizzazione dell’avversario. Farlo aiuta solo la Meloni che può fare la vittima. Va incalzata sulla sua idea di globalizzazione, di Europa, di competitività, di politica economica. Le va ricordato che faceva la ministra già 14 anni fa. Che ha detto di no alle infrastrutture necessarie per la sicurezza energetica del Paese, come Tap e trivelle. Che non ha votato per il Recovery Plan. Attacchiamola sui contenuti, non sulle camicie nere”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.