La questione giustizia rimane, sopra a ogni altro, il punto debole del sistema. La contraddizione crescente tra diritti e diritto, lo scontro di civiltà tra garanzie e giustizialismo ha segnato, negli anni del populismo giudiziario che abbiamo visto trionfare alle elezioni del 2018, l’acme di una crisi sempre più urgente da risolvere. Gli appelli del Presidente della Repubblica, l’impegno del governo Draghi e della ministra Cartabia rimangono ancora inattuati. Ecco perché oggi, quando i partiti sono riuniti per limare le liste per Camera e Senato, è quanto mai importante assicurare in Parlamento una presenza trasversale forte dei garantisti.

Il Riformista rivolge un modesto appello a chi sta definendo liste e listini: valorizzate chi ha a cuore una riforma vera della giustizia. Abbiamo in mente anche alcuni nomi che può essere utile ricordare. Vorremmo vedere in parlamento tre uomini e tre donne che contribuirebbero certamente – per storia personale, capacità e determinazione – ad elevare la qualità della legislatura, a prescindere dai partiti e dagli schieramenti che li vorranno sostenere: Luigi Manconi, Francesca Scopelliti, Gian Domenico Caiazza, Rita Bernardini, Carlo Nordio, Fiammetta Borsellino. Se questi sei garantisti fossero elementi di novità forte nel nuovo Parlamento, incoraggiamo i partiti a valorizzare le figure già in campo che più si sono impegnate e distinte nello sforzo di riforma garantista della giustizia.

Per Italia Viva, oltre al leader Matteo Renzi, certamente Maria Elena Boschi, ma anche l’ex sottosegretario alla giustizia Gennaro Migliore, il magistrato Cosimo Ferri, Roberto Giachetti, gli avvocati Catello Vitiello, Ernesto Magorno e Lucia Annibali. Per il Psi l’avvocato che ne è segretario, Enzo Maraio, l’avvocato Luigi Iorio, Bobo Craxi che porta nel nome una battaglia per la verità ancora aperta.

Nel Pd sarà importante confermare Enza Bruno Bossio, Andrea Marcucci, Stefano Ceccanti, Alessia Morani, avvocata a Padova, e il siciliano Carmelo Miceli. Enzo Amendola, fresco di esperienza con il governo Draghi. Matteo Orfini e tra i suoi la giovane turca piemontese Chiara Gribaudo e il siciliano Fausto Raciti. Per Azione vorremmo rivedere certamente in Parlamento Enrico Costa e Matteo Richetti. Per PiùEuropa, due bandiere delle battaglie garantiste come Riccardo Magi ed Emma Bonino. Si sono distinti per le battaglie garantiste, in Forza Italia, Silvio Berlusconi metta in prima fila Francesco Paolo Sisto, Simone Baldelli e Deborah Bergamini, Roberto Cassinelli, il romano Andrea Ruggeri e Renata Polverini, Franco Dal Mas e Pierantonio Zanettin. Senza dimenticare quel formidabile battitore libero che è Vittorio Sgarbi. Per la Lega va riconosciuto l’impegno di Edoardo Rixi e valorizzata l’esperienza di Roberto Cota, senza dimenticare l’indefessa attività di Giulia Bongiorno. Per Fratelli d’Italia non servirà la nostra spinta per Guido Crosetto, garantista della prima ora. Sperando che faccia da apripista per altri.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.