Come hanno ben spiegato Renato Mannheimer e Pasquale Pasquino proprio su questo giornale, i sondaggi svolti a Ferragosto presentano per loro natura diversi problemi, tra persone in vacanza e non sempre raggiungibili, o comunque poco attente alla politica e alle sue vicende.

Eppure le rilevazioni continuano quotidianamente per analizzare ogni minimo movimento nelle intenzioni di voto degli italiani in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, quando a confrontarsi saranno i quattro grossi poli/coalizioni.

Secondo quello realizzato da Noto Sondaggi il 17 agosto, pubblicato oggi sul Corriere della Sera, il dato più evidente sembra essere il trend positivo per i due partiti che più di tutti hanno voluto la caduta del governo Draghi: da una parte, come ovvio, Fratelli d’Italia, sin dall’inizio della legislatura all’opposizione dei tre esecutivi che si sono formati; dall’altra il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che pure in più interviste ha tentato di addossare le responsabilità della caduta del governo allo stesso Draghi e agli altri partiti. 

Giorgia Meloni veleggia infatti in un range del 24-25 per cento, crescendo di un paio di punti percentuale rispetto ai giorni della crisi. Il Movimento 5 Stelle di Conte, rispetto ai minimi storici che lo davano al 9-10 per cento, è risalito al 12-13%. Nella sua analisi Antonio Noto spiega che “gli elettori di sinistra, compresi quelli del Pd, che non si riconoscono nell’Agenda Draghi, si spostano sui 5 Stelle”. A destra Fratelli d’Italia viene invece premiata per la sua coerenza nell’opporsi all’esecutivo Draghi, che vedeva al suo interno Lega e Forza Italia.

Proprio i due partiti di centrodestra appaiono in difficoltà: la Lega di Salvini si attesta tra il 12 e il 13 per cento, Forza Italia invece tra il 7 e l’8 per cento, mentre il gruppo centrista composto da quattro partiti è in bilico sulla soglia del 3 per cento.

A sinistra la situazione è altrettanto incandescente. Il Partito Democratico paga non solo il travaso di voti verso i 5 Stelle, ma anche in direzione del Terzo Polo composto da Azione e Italia Viva. I Dem di Enrico Letta calano infatti al 21-22 per cento, lasciando il primo posto nelle rilevazioni di Noto. Calenda e Renzi invece possono avviare la campagna elettorale contando già su un promettente 7-8 per cento a oltre un mese dal voto, un dato migliore rispetto al 5% di GDC e Demopolis.

Le incognite restano due: una è proprio il fattore temporale, con un mese di campagna elettorale ancora da svolgere; l’altro è l’astensione, un’area che a seconda istituti comprende tra il 30 e il 40 per cento degli elettori.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia