Tra circa un mese e mezzo in Italia ci saranno le elezioni politiche. Abbiamo chiesto al sondaggista Antonio Noto quali indicazioni stanno emergendo dalla campagna elettorale e quale potrebbe essere lo scenario futuro rispetto ai cambiamenti che hanno caratterizzato le alleanze tra i partiti. Come potrebbe definirsi il prossimo flusso di voti e quale potrà essere la valenza dell’astensione.

Il Sud è un tema dimenticato in campagna elettorale? Come argomento quanto può essere una motivazione per spingere i cittadini ad andare a votare?

«Il Sud pare non sia un tema in agenda. Di per sé potrebbe essere un argomento importante per l’aggregazione del consenso. Ma l’Italia guarda al Nord più che al Sud e così anche i partiti. Bisogna vedere che campagna elettorale farà il Movimento 5 Stelle che nel Mezzogiorno ha conquistato il pieno di voti»

Pnrr a rischio e autonomia differenziata. Quanto questi due temi potrebbero essere decisivi per incentivare o meno l’elettorato a recarsi ai seggi?

«Sono entrambi temi importanti che però andrebbero declinati. Ad esempio per il Pnrr dovrebbero essere comunicati gli aspetti positivi dei quali i cittadini potranno beneficiare. Ad oggi i dettagli non sono chiari. Nello specifico: cosa si farà? Quali opere saranno realizzate con i fondi? Anche per l’autonomia differenziata non è ancora stato spiegato dai partiti quali potrebbero essere i pro e i contro della riforma. E non è neanche esplicito quali sono gli schieramenti nettamente a favore o meno di tale provvedimento. Nel centrodestra l’appoggiano tutti o soltanto la Lega?».

A Napoli e in Campania, il crollo di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle, quali partiti potrebbe favorire in termini elettorali?

«L’elettorato rimasto nei 5 Stelle guarda un po’ più a sinistra. Il consenso perso dai grillini potrebbe virare verso il centrosinistra. L’elettorato andato via da Forza Italia è invece più legato alla destra, in particolare a Fratelli d’Italia. Ma questo consenso in minima parte potrebbe migrare verso il terzo polo di Calenda e Renzi».

Quanto il “Terzo polo” potrebbe sbaragliare le carte?

«Il terzo polo ha la possibilità di avere la doppia cifra ma deve giocarsi bene la partita ed essere trasversale. Può aumentare se strappa elettorato sia a Forza Italia che al Partito Democratico, oltre che incidere sugli indecisi»

Come peserà, anche in termini numerici, l’astensionismo?

«Ad oggi è difficile stimare un dato sull’astensione. Le motivazioni che incidono sulla scelta di voto potrebbero cambiare radicalmente durante la campagna elettorale. E dipenderanno dalla campagna elettorale stessa. Di sicuro il partito dell’astensione ha una valenza molto forte: presumibilmente intorno al 40%-50%».

In che modo può incidere sullo scenario locale la rottura tra il PD e il M5S?

«La rottura tra il M5S e PD avrà di sicuro delle ripercussioni. Questo avverrà soprattutto a causa dell’attuale legge elettorale che prevede l’assegnazione di un terzo dei seggi attraverso i collegi uninominali. Andando separati, grillini e Dem, rischiano di far perdere al centrosinistra tanti collegi anche al Sud.

E nel centrodestra cosa potrebbe accadere? Fratelli d’Italia farà il pieno e la Lega sarà irrilevante?

«Di sicuro Fratelli d’Italia potrebbe diventare il primo partito anche al Sud. Ma la sua crescita avverrebbe in gran parte al Nord. Perché nel Settentrione FdI può attingere dal ricco e strutturato bacino della Lega. Nel Mezzogiorno, invece, la Meloni potrà pescare voti da un bacino elettorale ridotto, in quanto il Carroccio non ha localmente un gran peso elettorale».

Che scenario prevede per il post elezioni? Potrebbe esserci la possibilità di una maggioranza forte o c’è il rischio di nuove alleanze per un altro governo tecnico?

«Per i sondaggi il centrodestra potrebbe ottenere la maggioranza alla Camera e forse anche al Senato. È difficile prevedere quanto l’esito delle urne delineerà una maggioranza forte e definita. È possibile che questo si verifichi nel primo periodo di vita del futuro governo».