Ieri Marco Travaglio, sul Fatto Quotidiano, ha polemizzato con Renato Brunetta definendolo mini-indovino. La parola “mini” è riferita alla statura fisica di Brunetta. “Mini” è un modo per insolentire il direttore del Riformista Economia. È come dire terrone a un meridionale, o negro a un africano, o frocio a un omosessuale. Ci si può anche passare sopra con un’alzata di spalle: che Travaglio sia razzista è indiscutibile e noto. Peggio per lui.

Però c’è una coincidenza che ci ha colpito: sempre ieri, Il Grande Fratello ha deciso di espellere il mitico Fausto Leali perché ha definito negro il signor Balotelli. Il Grande Fratello ha stabilito che questo modo di esprimersi è un segno di razzismo e che il razzismo non deve entrare nella casa del Grande Fratello.

L’Ordine dei giornalisti prenderà qualche misura analoga nei confronti di Travaglio? Se non lo farà, niente di male, per carità: non saremo mai noi a chiedere repressione. Solo dimostrerà di essere molto meno serio e rigoroso della giuria del Grande Fratello.

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