Noi tutti sappiamo che da quelle coste affacciate sulle nostre destinazioni vacanziere, uomini, donne e bambini arrivati lì senza nulla e dopo viaggi d’inferno guardano il mare che li inghiottirà. Tutti sappiamo che quella gente nera, “muta come solo i poveri sanno tacere”, probabilmente non conosce le statistiche invece a noi note, quelle che elencano i numeri dei morti senza nome lungo qualche decennio di ininterrotto massacro. E sappiamo che, se pure conoscessero le poste di morte di quel bilancio, ciò non basterebbe a fermarli, come la ruga del coccodrillo sulla superficie del fiume non basta a trattenere la mandria assetata.
Quei disgraziati provano ancora a raggiungere i nostri Paesi senza sapere qual è il criterio alternativo del loro trattamento: quello “di destra”, per cui pressappoco bisognerebbe ributtarli in mare, e quello “di sinistra”, per cui pressappoco bisognerebbe farne altrettanti sindacalisti, altra massa buona per la retorica operaista che ha garantito gli stipendi più bassi d’Europa nel Paese declinante in un corto circuito di bassa produzione e ingessature anticoncorrenziali. Nel mezzo, la realtà: e cioè i centri di raccolta in vista dello smistamento presso le piantagioni schiaviste, finché la stagione richiede; poi per strada, perché la gestione della faccenda è polarizzata così, da una parte l’ostracismo del “prima gli italiani”, e dall’altra parte la pretesa di ridurre il migrante a uno statale fatto e finito.
I quattrocento e passa ammassati su una nave umanitaria, raccolti un po’ qua e un po’ là in questa discarica di indifferenziato che è ormai il Mediterraneo, ancora ieri non si sapeva dove potessero trovare rifugio: e se da destra – puntuale – giungeva il proclama dei porti chiusi, da sinistra veniva tutt’al più qualche conato di misericordia ma non ciò che occorre, e cioè l’elevazione a impegno politico, persino a programma, del dovere di dare rifugio, assistenza e cure a quella gente. Perché denunciare la truculenza nazionalista sull’immigrazione mentre, una volta al potere, si sorvegliano le redazioni affinché siano tenute basse le notizie sui sequestri e sugli affogamenti democratici serve forse a spuntare lo zero virgola nel sondaggio del week end, ma mette in rassegna un’ipocrisia anche più vergognosa.
È possibile che su mille parlamentari non se trovino dieci, dico dieci, che abbiano semplicemente il coraggio di dire: “Benvenuti, fratelli”?
