La Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni è arrivata in mattinata alla Hyderabad House a Nuova Delhi, la residenza di Stato, ha incontrato in un bilaterale il primo ministro indiano Narendra Modi e i due insieme hanno tenuto un punto stampa. Le relazioni tra Italia e India “sono particolarmente solide, soprattutto nei rapporti commerciali: l’interscambio commerciale ha raggiunto il record di 15 miliardi di euro e siamo convinti che si possa fare di più. Anche la ripresa dei voli diretti tra i nostri due Paesi potrà facilitare gli scambi”, ha detto la premier nel punto stampa. A New Delhi per il vertice dei ministri degli Esteri del G20 anche l’italiano Antonio Tajani: sul tappeto i temi della transizione energetica, la trasformazione tecnologica, la sicurezza alimentare ed energetica, l’immigrazione.
Il viaggio arriva a 75 anni dall’inizio delle relazioni bilaterali, il primo in Asia della Presidente del Consiglio accolta a Nuova Delhi al Rashtrapati Bhawan, il palazzo presidenziale, prima tappa della sua visita ufficiale. Prevista nel pomeriggio una visita di cortesia alla presidente della Repubblica india Droupadi Murmu e un intervento all’inaugurazione del Raisin Dialogue al Taj Palace. Meloni ha reso omaggio al memoriale di Ghandi, Raj Gat.
“Vi sono al mondo pochi esempi d’un uomo che, solo, abbia compiuto la resurrezione del proprio Paese con la forza del pensiero e la dedizione estrema durata tutta la vita. Così – ha dichiarato Meloni – il grande Mahatma Gandhi parlava di Giuseppe Mazzini, uno dei padri del Risorgimento italiano, fonte d’ispirazione anche per quello indiano. Due patrioti che con le loro azioni e le loro opere hanno indicato il cammino ai nostri popoli. Italia e India, civiltà millenarie che hanno combattuto per la loro indipendenza e sono oggi unite nella difesa della democrazia e della libertà”.
Un tweet del ministero degli Esteri indiano ha spiegato che al centro del bilaterale tra la premier e il premier c’è stata “un’ampia agenda che copre le sfere politica, commerciale ed economica, della difesa, della scienza e della tecnologia, dell’energia, della salute, consolare e culturale”. Nel vertice si è parlato anche delle crisi legate alla pandemia e al conflitto in corso in Ucraina. “Modi conosce la posizione italiana di pieno sostegno all’Ucraina. Condividiamo l’auspicio che l’India, in qualità di presidente del G20, possa avere un ruolo per facilitare un percorso verso la cessazione delle ostilità e una pace giusta”, ha detto Meloni a Nuova Delhi.
La premier ha annunciato esercitazioni e corsi di formazione militari congiunti, Modi ha annunciato la decisione di rafforzare la cooperazione nel settore della Difesa. “Oggi istituiamo un ponte tra l’Italia e l’India aprendo un nuovo capitolo e cioè la cooperazione in materia di difesa per la produzione e sviluppo in questo settore che può essere un beneficio per ambedue i Paesi. Abbiamo anche deciso di organizzare delle esercitazioni e dei corsi congiunti tra i nostri rispettivi eserciti. L’india e l’Italia sono fianco a fianco nella lotta al terrorismo e separatismo”, ha osservato Modi.
“Abbiamo deciso di elevare rapporti a partenariato strategico perché le nostre relazioni sono estremamente solide, penso alla collaborazione commerciale: nell’interscambio abbiamo raggiunto la cifra record di quasi 15 miliardi di euro, raddoppiando in due anni, ma siamo entrambi convinti che si può fare di più“, ha aggiunto Meloni convinca che “”c’è molto da fare” anche sui temi di difesa e sicurezza energetica. “Noi parliamo di Mediterraneo allargato, e lo consideriamo allargato fino a qui, c’è una connessione fra Mediterraneo e indo-pacifico, vogliamo rafforzare quella condizione”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.
“L’incontro odierno è stato costruttivo. Quest’anno India e Italia celebrano il 75esimo anniversario delle loro relazioni bilaterali e in questa occasione abbiamo deciso di dare un impulso alla partnership fra i nostri due Paesi. Vogliamo lavorare per rafforzare ulteriormente le nostre relazioni economiche, Ci sono tantissime opportunità per gli investimenti in India”, ha aggiunto il premier indiano. “Abbiamo anche sottolineato l’esigenza di aumentare la cooperazione in aree come le rinnovabili e l’idrogeno, le telecomunicazioni e lo spazio”.
“Il governo indiano può contare sul sostegno del nostro governo a 360 gradi per rafforzare le nostre relazioni. Davvero c’è un grande lavoro che possiamo fare insieme, chissà che questo non mi porti a raggiungere le vette di consenso del primo ministro Modi… Si sa che è il più amato al mondo, non ho la presunzione di arrivare allo stesso obiettivo ma sicuramente dimostra una grande capacità di leadership per la quale gli faccio le mie grandi congratulazioni“, ha detto in chiusura di conferenza stampa Meloni.
La premier avrà sorvolato nelle sue considerazioni però su alcuni dettagli: come sull’arresto di Pawan Khera, portavoce del Partito del Congresso, il principale partito di opposizione in India, con l’accusa di aver insultato il primo ministro Modi. Khera aveva dichiarato, ripreso in un video, il governo di non voler indagare sul miliardario indiano Gautam Adani, considerato molto vicino a Modi. Khera è stato liberato dietro cauzione dopo sette ore di detenzione grazie all’intervento della Corte Suprema indiana. Il Partito del Congresso aveva definito l’arresto “antidemocratico” e “dittatoriale”. Il governo Modi lo scorso gennaio aveva inoltre vietato la diffusione di un documentario della BBC – “India: la questione Modi” – sulla storia del primo ministro. Perché nel documentario venivano raccontate le responsabilità di Modi nell’uccisione di centinaia di musulmani – circa 800 oltre a 200 induisti – durante alcuni gravi scontri avvenuti nel 2002 nello stato del Gujarat, che all’epoca il Presidente guidava da governatore. Il governo Modi è infatti nazionalista induista e di destra, accusato spesso di discriminazioni contro i musulmani. Le opposizioni hanno definito il blocco del documentario come una censura e accusato il governo di crescente autoritarismo. Gli scontri del Gujarat erano stati scatenati dall’incendio di un treno il 27 febbraio del 2002. Le violenze inclusero anche stupri e omicidi. La Corte Suprema indiana nel 2013 assolse Modi per mancanza di prove.
