Emergono ulteriori testimonianza del terribile incidente di Mestre, dove un autobus di linea alimentato a metano con a bordo turisti di un campeggio, è precipitato da un cavalcavia per decine di metri, finendo sui cavi dell’alta tensione per poi finire in fiamme, causando la morte di 21 persone.
Gli attimi prima della tragedia vengono raccontati dal Corriere della Sera attraverso le parole di Boubakar e Godstime, due coinquilini che vivono vicino la ferrovia, e che sono accorsi immediatamente sulla scena della tragedia, scavando a mani nude fino al momento in cui le fiamme non hanno preso il sopravvento.
“Stavo cucinando del riso e ho sentito un rumore fortissimo. Pensavo fosse un terremoto. Poi con il mio amico siamo accorsi sulla scena della tragedia. Sentivamo le persone urlare, erano imprigionate in mezzo alle lamiere e chiedevano aiuto. Abbiamo tirato fuori prima una bambina e sua madre, poi un uomo, ho tirato fuori anche un cane, sembravano tutti vivi. Ho visto che l’autista era già morto. Una donna parlava inglese ed era in lacrime, era con sua figlia di appena due anni. Avrei voluto continuare a salvare altre vite ma le fiamme stavano diventando troppo alte, avevo le mani ustionate”.
Undici delle ventuno vittime sono stati identificati: 4 ucraini, 1 tedesco, 1 francese, 1 croato, 2 spagnoli e 2 austriaci. A riferirlo è il prefetto di Venezia, Michele Di Bari a TG1 Mattina.
