Nel “Si&NO” del Riformista spazio all’elezione di Miss Italia 2023 vinta da Francesca Bergesio, figlia del senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio. Giuste le critiche dopo la kermesse? Favorevole Alessia Morani del Partito Democratico secondo cui “era inopportuna la presenza di un membro del governo in giuria“. Contraria invece la giornalista Annarita Digiorgio che ribatte: “Fino a prova contraria avere un papà della Lega non è una colpa“.
Qui il commento di Alessia Morani:
Viviamo davvero un periodo strano. Molte cose che accadono appaiono quasi surreali. Adesso ci tocca anche dibattere del concorso di Miss Italia e, francamente, questa polemica potevamo risparmiarcela. Se non fosse, però, che da più di un anno abbiamo in Italia il primo governo sovranista d’Europa che sta mettendo in pratica una occupazione sistematica di qualunque spazio pubblico: delle aziende partecipate, piccole e grandi, ne abbiamo parlato a lungo, soprattutto della più eclatante, in termini di perdita di ascolti e di abbandoni di professionisti di prim’ordine, che è la televisione di Stato. Fin qui, comunque, nulla di nuovo, poiché quasi tutti coloro che si sono avvicendati al governo del paese lo hanno fatto, chi in maniera più equilibrata, chi in maniera più spinta. Per cui la cosa non mi stupisce. Ciò che, invece, fa pensare è la spregiudicatezza di alcune scelte, che denotano una sindrome da Marchese del Grillo che è diventata preoccupante. Mi riferisco in particolare al numero consistente di “parenti d’Italia” che ricoprono ruoli in diverse istituzioni in senso lato.
Gli ultimi in ordine temporale e che hanno destato molte polemiche sono i casi riguardanti i figli di Tajani e Giorgetti presi come collaboratori alla FIGC e quello di uno dei figli di La Russa, Geronimo, nominato nel CDA del teatro Piccolo di Milano. Qualcuno direbbe che comunque “la madre di tutte le parentele” è il Ministro cognato, ma in questo calderone c’è finita, suo malgrado, pure Miss Italia 2023.
Francesca Bergesio è, infatti, figlia di un senatore della Lega, per l’appunto l’onorevole Bergesio, membro, tra le altre cose, della commissione di vigilanza Rai, il cui canale di informazione Rainews24 si è occupato anche della Kermesse. Ma questo è il meno. Fa invece davvero pensare la composizione della giuria di Miss Italia: il presidente era Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura del governo Meloni. Già questo basterebbe per considerare inopportuna la presenza di un membro del governo in una giuria che deve decidere chi è la più bella d’Italia perché non capisco davvero il motivo per cui la politica debba occuparsi di queste manifestazioni. Accanto a Sgarbi sedeva come membro della giuria anche una giornalista di Libero Quotidiano e volto televisivo, Hoara Borselli. Come è noto quel quotidiano fa parte delle proprietà riconducibili ad un altro parlamentare della Lega, Antonio Angelucci.
Ora, nessuno mette in dubbio la bellezza di Francesca Bergesio, che è oggettiva, e a cui auguro tutto il bene possibile. Ciò che fa riflettere è, invece, questa presenza opprimente della politica, ovunque, perfino in una manifestazione come Miss Italia. E a maggior ragione fa pensare l’inopportunità di una giuria presieduta da un politico dello stesso schieramento del padre della Miss Italia prescelta. Per questo credo che prendendo spunto anche da questa vicenda, che è quella meno rilevante tutto sommato, occorra iniziare a dire che quello che sta succedendo non passa passare come qualcosa di normale, perché proprio normale non è. In un paese in cui il merito è diventato solo un sostantivo con cui riempirsi la bocca e a cui intitolare inutilmente un ministero, non è più tollerabile fingere che sia tutto nella norma. E non è più sopportabile soprattutto tacere.
