Il caso
Monsignor Paglia è innocente, è stata incapacità dei Pm o persecuzione?
Insomma monsignor Paglia è innocente. Non ha fatto niente di niente di niente di male. E sono innocenti anche i suoi collaboratori. Tutti. Il reato? Pura invenzione. Succede. Con la giustizia italiana succede anche abbastanza spesso. Ci sono voluti parecchi anni per dargli soddisfazione, ma alla fine la verità è venuta fuori. Anche se poi non è esattamente così: è venuta fuori solo una parte della verità, e cioè l’infondatezza delle accuse. Non sapremo mai con precisione, invece, perché questo processo è stato messo in piedi, come è stato possibile realizzare una ipotesi accusatoria così fantasiosa, chi ha permesso che si spendessero migliaia e centinaia di migliaia di euro per intercettare per anni Paglia, i suoi amici, i suoi parenti, per cercare in mezzo mondo tracce di denaro che ovviamente erano introvabili.
Poco male, potremmo dire, perché è finita bene. E poi Paglia è un uomo di Chiesa e sa bene di dover soffrire. Glielo hanno scritto anche sul Vangelo: “beati i perseguitati per causa della Giustizia perché loro sarà il regno dei cieli”. Quasi dieci anni di sofferenze, ma ora Paglia quasi quasi deve ringraziare quei magistrati, incapaci – credo – che gli hanno rovinato la vita e però gli hanno fatto guadagnare il paradiso. Lasciatemi sorridere, su questo. Il problema è che non tutti credono nel paradiso (io, per esempio, sono ateo), e quindi non a tutti piace essere perseguitati.
I magistrati che hanno costruito questa follia del processo a Paglia e alla Chiesa di Terni hanno creato molti disastri, nelle vite personali delle persone e anche negli equilibri all’interno della Chiesa. Paglia non è mai stato un prete tranquillo. Si è sempre impegnato molto, soprattutto nel sociale. Scusate se faccio un’altra citazione dal vangelo: “Non chi mi dice Signore Signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del padre mio”. Se non mi sbaglio questa frecciata di Gesù ai beghini fa parte dello stesso discorso della montagna nel quale benediceva le vittime della magistratura. Ecco, Paglia è un prete di quelli tosti che non dice signore signore a nessuno. Non lo dice – a quanto ne so – neppure ai Pm che cercano di travolgerlo in uno scandalo. Paglia, quando era a Terni, ha fatto il prete, ha fatto il politico, ha fatto il sindacalista. Nel senso migliore che si può dare a queste parole.
Non è che brigava con le segreterie dei partiti (gli bastava la sagrestia…) si dava da fare per risolvere i problemi più drammatici della sua regione. A partire dalla mancanza di lavoro. Magari avrà spinto un po’ troppo, avrà dato fastidio a qualcuno. Sapete, non è che la politica è sempre nemica dei Pm. Anche perché se fosse così i Pm non avrebbero guadagnato tutto il potere che hanno guadagnato in questi anni. Talvolta la politica e la magistratura, magari sottotraccia, trovano strade comuni. Deve essere successo questo a Terni.
Voi ricorderete il famoso discorso di Enzo Tortora, quando si rivolse ai giudici che stavano per decidere se spedirlo in galera per dieci anni, col marchio d’infamia di camorrista e spacciatore. Si rivolse loro con grande piglio e senza paura. Disse: “Io sicuramente sono innocente, spero che lo siate anche voi”. Lo erano. Erano innocenti anche i giudici, e lo assolsero con formula piena, e nella motivazione della sentenza frustarono con vera indignazione i loro colleghi che avevano condotto contro Tortora una inchiesta folle, inconsistente, omertosa verso la criminalità e i pentiti, indecente. Purtroppo non sempre è così.
E di questi magistrati che si sono accaniti contro mons Paglia cosa dobbiamo dire. È stata una persecuzione? Oppure è stata una iniziativa spinta da qualcuno? Cioè dai nemici di Paglia. Da chi, precisamente? Oppure è stata solo incapacità professionale? L’avvocato Caiazza ieri, proprio su questo giornale, si chiedeva: ma possibile che sui magistrati non si possa mai dare un giudizio di merito? Possibile che le loro carriere procedano indipendentemente dalle loro doti professionali e dalla loro affidabilità? Se un magistrato commette errori clamorosi, deve risponderne a qualcuno? La risposta purtroppo è: no. se un magistrato sbaglia, il conto lo paga l’imputato.
P.S. Poi c’è un’altra questione. i Pm sono stati spinti contro Paglia dalla Stampa. Che ha fatto loro da sostegno e da tifoseria. Anche dei grandi giornali. Senza i giornali forse si sarebbero fermati prima. Stamattina andrò a leggere i giornali che allora crocifissero Paglia e i suoi. Immagino che troverò le assoluzioni in prima pagina…
© Riproduzione riservata






