La compagnia di charter di cui faceva parte l’elicottero su cui è schiantato Kobe Bryant non aveva la certificazione per volare, in condizioni di scarsa visibilità. Secondo fonti del New York Times, l’Island Express Helicopters, che possedeva il Sikorsky S-76B, aveva la certificazione solo per operare secondo le regole del volo visivo, il che significa che i piloti devono essere in grado di vedere chiaramente all’esterno dell’aeromobile alla luce del giorno.
Il pilota, anche lui rimasto ucciso nello schianto, aveva la licenza per il volo strumentale ma non aveva l’autorità legale per quel volo specifico perché la compagnia di charter non aveva la necessaria certificazione emessa dalla Federal Aviation Administration.
L’INDAGINE – Ci vorranno comunque mesi per capire cosa ha causato l’incidente in elicottero costato la vita a Kobe, alla figlia Gianna e alle altre sette vititme, hanno voluto sottolineare gli investigatori federali ai media americani. L’elicottero ha perso quota ed è precipitato per circa un minuto prima di schiantarsi. Stava viaggiando a più di 2.000 piedi al minuto prima dell’impatto. “Sembra che l’elicottero fosse ancora integro quando si è schiantato al suolo”, ha dichiarato Jennifer Homendy, del National Transportation Safety Board. Sempre dalle indagini è emerso che il velivolo non era dotato del TAWS, un sistema di allarme che avvisa il pilota quando c’è un rischio di impatto con il suolo. Non è chiaro, comunque, se la dotazione di questa strumentazione avrebbe evitato l’incidente che ha ucciso i nove membri dell’equipaggio.
I FUNERALI – Le autorità di Los Angeles stanno pensando a dove svolgere i funerali, quasi certamente pubblici, dell’asso dei Lakers. Scartato lo Staples Center, ritenuto troppo piccolo con i suoi 20mila posti, si sta facendo largo l’ipotesi di una grande cerimonia al Los Angeles Coliseum, uno stadio capace di contenere fino a 80mila persone.
