Mustafa, il bimbo simbolo della guerra in Siria grazie alla foto di Aslan parte per la Germania con la famiglia: “Non hanno avvisato”

Foto Guido Calamosca/LaPresse 01 Giugno 2022 Bologna, Italia cronaca Mustafa, il bambino siriano senza arti, a Budrio con il papà Munzir e le sorelle per costruire le protesi Photo Guido Calamosca/LaPresse june 01, 2022 Bologna, Italy news Mustafa, the Syrian child born without arms and legs, in Budrio with dad Munzir and sisters to receive prosthesis

La sua storia, e quella della sua famiglia, aveva fatto il giro del mondo grazie alla foto che ritraeva Mustafa insieme a suo padre Munzir scattata da Mehmet Aslan che era subito diventata simbolo degli orrori contro la guerra del loro paese, la Siria. La famiglia El Nazzer, con il padre mutilato a una gamba e il piccolo Mustafa, nato quasi senza arti a causa del gas nervino inalato dalla mamma, ha adesso lasciato Budrio, vicino Bologna, dove era stata accolta per un percorso riabilitativo.

L’abbandono è avvenuto all’improvviso, dopo quattro mesi dal trasferimento di tutta la famiglia nella Bassa Bolognese, dove aveva iniziato quello che doveva essere un lungo percorso di riabilitazione e cura al Centro Protesi Inail di Vigorso. Mustafa, la madre Zeynep, il papà Munzir e sorelline Nur, Sacide e Maria sono partiti a fine gennaio per una nuova vita in Germania. A darne notizia è il Resto del Carlino e Der Spiegel.

La famiglia oggi si troverebbe in un centro di accoglienza per rifugiati in Baviera in attesa di un alloggio, sperano di ottenere l’asilo e proseguire qui le cure per il piccolo. Si erano convinti che Mustafa davvero un giorno avrebbe potuto camminare. La storia di padre e figlio ha fatto il giro del mondo grazie alla potenza dello scatto del fotografo turco Mehmet Aslan, vincitore del Siena International Photo Awards 2021.

Era partita un’importante raccolta fondi, poi l’accoglienza a Siena grazie alla Caritas e la scelta di Budrio, individuata come la realtà più adatta dove inserire il nucleo familiare, grazie alla presenza di un’eccellenza come il Centro Inali di Vigorso, per la produzione, fornitura di protesi e presidi ortopedici, la riabilitazione e l’addestramento al loro utilizzo.

Dalla fine di novembre al Centro Inail non hanno più avuto notizie dei due pazienti. Colti di sorpresa tutti coloro che a Budrio si erano occupati della famiglia: “Dispiace tanto – ammette la sindaca Debora Badiali – guardando ai progetti messi in campo e ai risultati che stavano dando nell’integrazione con altri compagni all’interno della scuola dell’infanzia, anche i progetti rivolti alle sorelle; dal nostro punto di vista stava andando tutto bene, sia in termini di apprendimento sia di relazione con gli altri, sia per i bimbi sia per i genitori che erano coinvolti in un percorso di mediazione e apprendimento della lingua italiana”.