“Sarà un Natale Covid che ci auguriamo unico e speriamo ultimo rispetto allo storia che vivremo”. Queste le parole di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità sull’analisi della situazione epidemiologica in Italia. L’ultimo bollettino registra “un numero di nuovi casi in decrescita ma è ancora molto elevato. Dobbiamo scendere significativamente, altrimenti diventa molto difficile controllare” aggiunge.
Per gli esperti infatti occorre mantenere la linea del rigore per evitare gli errori commessi l’estate scorsa. “L’obiettivo – spiega Brusaferro – è passare dalla fase di mitigazione a quella di contenimento, e questo passaggio richiede un numero significativamente più basso di nuovi casi su base quotidiana. Cosa saremo a Natale dipenderà da come cambia la curva: se scende e quanto scende rapidamente”.
Tornando alle festività natalizie, Brusaferro raccomanda di evitare “le aggregazioni in maniera più decisa possibile. Ondate successive non sono scritte nelle stelle ma anche nel modo in cui ci comporteremo individualmente e socialmente. Dobbiamo organizzarci per evitare questo rischio, considerando che le persone più fragili rischiano di più se contraggono l’infezione”.
Sull’andamento della pandemia in Italia è intervenuto anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico. Per Miozzo – intervistato da Inews24.it – “arrivati a questo punto, deve essere chiaro a tutti che anche le nostre più significative abitudini devono cambiare, oppure passeremo rapidamente da un’ondata all’altra”.
Bisogna mantenere la linea del rigore, adottando comportamenti responsabili altrimenti si rischia di venire “travolti da uno tsunami inarrestabile che non si limiterà al coronavirus, ma aumenterà il rischio di morire d’infarto o a causa di un incidente perché non ci saranno ambulanze, sale operatorie o terapie intensive disponibili”.
Miozzo punta poi il dito contro gli assembramenti registrati a Torino, Milano e Roma per lo shopping e a Napoli dopo la morte di Maradona: “Sono la dimostrazione che qualcosa non va nei sistemi di controllo”.
Riguardo la riapertura delle piste da sci sposa le parole di Crisanti: “E’ una delle poche volte che sono d’accordo con lui. Sulla chiusura o apertura parziale degli impianti deciderà il CdM, noi abbiamo dato delle indicazioni, sapendo che il fattore di rischio non deriva dallo sci, ma dagli assembramenti negli impianti, negli alberghi, e a causa degli spostamenti della popolazione. Sappiamo anche pero’ che esiste un’economia che vive di questo turismo e il Governo dovra’ fare i conti anche con questo”.
