Non è in corso un nuovo Marzabotto, né una nuova Shoah: Hamas tiene Gaza sotto scacco

Marzabotto, Striscia di Gaza. L’inclusione è avvenuta, furtiva, nella notte. Il luogo della memoria dell’eccidio, costato 770 vite, è profanato dalla sperticata commistione tra ieri e oggi, tra i rastrellamenti nazisti e la guerra di Israele contro Hamas. Gli iperbolici funamboli del Comune di Bologna mettono insieme, in un indigeribile minestrone, due momenti antitetici della storia. Quello del 1944 in cui i cittadini dell’appennino bolognese trovarono la morte dopo essersi chiusi in veglia di preghiera nella chiesa di Santa Maria Assunta, a valle dell’eccidio ancora caldo di Sant’Anna di Stazzema, e i tunnel imbottiti di tritolo degli shahìd col passamontagna.

Le pretese

Una democrazia liberale e plurale come Israele, che lotta contro il terrorismo – e chiede, reclama, pretende la restituzione dei suoi civili innocenti presi in ostaggio, violentati e uccisi – viene sovrapposta, in un oltraggioso gioco di superfetazioni, con una delle più mostruose e barbare stragi progettata, voluta e realizzata dal nazismo hitleriano. A chi verrebbe in mente una simile ignominia, un inquinamento tanto deliberato delle realtà storiche da provare a darcene a bere la centrifuga al veleno, criminalmente condita con odio e aceto? Insorgono in tanti. E per fortuna. Anche a sinistra, dove il rispetto della memoria dovrebbe assurgere a maggior tutela.

«Da tempo assistiamo con crescente preoccupazione a un tentativo sistematico – ora persino avallato da diversi esponenti della sinistra istituzionale – di svuotare di senso la memoria della Resistenza italiana e di piegarla a narrazioni ideologiche estranee al contesto storico», scrive in un documento l’associazione Noi Ebrei Socialisti – NES. Si arriva perfino a strumentalizzare la strage di Marzabotto, compiuta dall’esercito nazista in ritirata contro la popolazione civile inerme, per imbastire e giustificare un paragone con la guerra tra Israele e Hamas. È un insulto alla verità storica e un oltraggio alla memoria delle vittime. «Parlare di “genocidio” a Gaza mentre si ignora il ruolo di Hamas – un’organizzazione che ha nel suo statuto la finalità di cancellare Israele e che agisce secondo una logica di martirio collettivo e distruzione totale – significa sovvertire la realtà. Non è in corso un nuovo Marzabotto, né una nuova Shoah. Al contrario: a Gaza è Hamas a tenere la propria popolazione sotto scacco, utilizzandola come scudo umano», dicono con precisione.

E rincarano: «Riteniamo gravi e irresponsabili le parole di chi, come l’assessore con delega alla Pace del Comune di Bologna, Daniele Ara, pur dicendosi aperto al “dialogo”, lascia alla Comunità ebraica la responsabilità di prendere le distanze da un “governo assassino”. È una retorica pericolosa, che isola ulteriormente gli ebrei italiani, già oggetto di crescenti attacchi verbali e fisici». La conclusione è impeccabile, da sottoscrivere: «La sinistra si svegli. Chieda scusa. E si ricordi che la Resistenza è stata lotta di popolo contro un regime che voleva annientare un’intera etnia, non un’arma simbolica da agitare contro Israele». A firmare, per il gruppo, Stefano Mannacio e Valentina Sereni. Un cognome che a sinistra dovrebbe dire qualcosa. Se si rispettasse ancora la memoria.