L’assemblea nazionale dei Costruttori Ance a Roma
Nordio insieme alla Presidente Ance Brancaccio: il rituale di corteggiamento del Governo con i costruttori
L’assemblea nazionale dei Costruttori Ance a Roma si è aperta con il videomessaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Voi siete non solo dei costruttori di cose, ma costruttori di conoscenze e di sapere, è un patrimonio immateriale che viene trasmesso di generazione in generazione. Da voi è possibile conoscere le soluzioni migliori, con voi abbiamo sciolto nodi nevralgici, come quanto successo con il codice degli appalti». Su questo dopo il premier è intervenuto anche il ministro della giustizia Nordio: «È un principio fondamentale che la ricchezza prima di essere distribuita va creata, non puoi distribuire ciò che non c’è. L’opera di chi crea ricchezza come voi è essenziale alla sopravvivenza dello Stato, al benessere dei cittadini e realizza quello cui Luigi Einaudi aspirava: l’uguaglianza della posizione di partenza che potesse portare a una uguaglianza anche sostanziale».
«Non uno Stato aggressivo, repressivo, ostile – ha proseguito il Guardasigilli, ricordando le parole del Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni – ma che riponga fiducia nel cittadino e che, quando questa fiducia venga tradita reagisca con gli strumenti della legge, ma che tenga prima di tutto ad aiutare l’imprenditore onesto». «Per risolvere una giustizia troppo lenta e l’incertezza normativa, bisogna intervenire a monte. Purtroppo, quando si toccano questi nervi scoperti, si eccitano delle reazioni talvolta bizzarre e addirittura si alterano i pensieri». Ha detto Nordio riferendosi alle parole travisate che lui ha pronunciato davanti al Procuratore della Repubblica di Milano e alla Guardia di Finanza. «Alcuni giornali hanno scritto che io avrei legittimato addirittura l’evasione fiscale, cosa non vera e che purtroppo è stata riportata anche in Parlamento da un autorevole rappresentante che evidentemente non aveva letto». Nordio ha, quindi, concluso il suo intervento molto applaudito: «Ritorno sull’argomento e lo ripeto sperando di essere compreso. È una cosa semplice: le leggi devono essere chiare, il più possibile poche e coerenti. Tutto questo in Italia non c’è».
In conclusione Carlo Nordio, riferendosi alla riforma della giustizia in corso, ha sottolineato che questa «avrà un profondissimo significato economico perchè, non soltanto togliendo tutta una serie di procedimenti inutili e dannosi, velocizzerà la giustizia, ma renderà la sua amministrazione più veloce, visto che come sappiamo una giustizia lenta ci costa due punti di Pil». Federica Brancaccio, presidente Ance, nella sua relazione ha sottolineato che bisogna spingere al massimo per ridare a tutti il diritto a una casa. Da troppo tempo in Italia manca un piano per la casa: «per moltissime nuove famiglie e per i giovani abitare nei centri urbani, dove si concentrano servizi e maggiori opportunità di lavoro, è diventato quasi impossibile, tra mutui insostenibili e affitti introvabili se non a peso d’oro». «In Italia solo il 36% della popolazione vive in affitto. Occorrono quindi politiche abitative diversificate, flessibili, articolate sul territorio, con alloggi pensati per diverse categorie di utenze. Con un regime fiscale che agevoli le locazioni», ha sottolineato Brancaccio osservando che molte opportunità per ridare spazi a giovani e famiglie non possono essere colte «per rigidità anacronistiche che condannano le città a immobilismo e degrado».
Riflettori accesi anche sul dissesto idrogeologico: «L’alluvione delle Marche, la devastazione dell’Emilia-Romagna e da ultimo le immagini di pochi giorni fa di molte città bombardate da eventi atmosferici sempre più estremi – ha sottolineato la presidente dell’Ance Federica Brancaccio – impongono l’urgenza di intervenire per mettere in sicurezza i territori. Nell’ultimo decennio, secondo l’Ance, i costi per i danni delle alluvioni sono cresciuti del 30,4% rispetto al primo decennio degli anni Duemila. Bisogna intervenire in prevenzione».
Sul Superbonus Anche ha chiesto di sbloccare i 30 miliardi di crediti incagliati. Ha risposto Meloni: «Stiamo lavorando, nei limiti che la normativa europea delinea, per risolvere un problema che abbiamo ereditato da una politica approssimativa che ha portato migliaia di crediti incagliati a seguito dell’espansione del Superbonus, che ha drenato risorse superiori a quanto era stato previsto. E ha inevitabilmente richiesto da parta nostra dei correttivi».
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