Nucleare, due nuove tecnologie: così la strategia nazionale torna centrale. Il passo cruciale per gli obiettivi di decarbonizzazione

L’Italia sta compiendo un passo cruciale verso il rilancio della sua strategia energetica, con un occhio attento agli obiettivi di decarbonizzazione, sicurezza energetica e competitività industriale. In questo scenario, l’energia nucleare sta tornando a essere al centro del dibattito pubblico, dopo decenni di incertezze e tentennamenti. Un elemento di novità, però, è rappresentato dalle tecnologie nucleari di nuova generazione, come gli Small Modular Reactors (SMR) e gli Advanced Modular Reactors (AMR), che potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella transizione energetica del Paese.

Le potenzialità delle nuove tecnologie nucleari

Il rapporto “Lo sviluppo dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale”, presentato da Confindustria ed ENEA il 16 luglio, ha messo in luce le potenzialità delle nuove tecnologie nucleari, che coniugano sostenibilità ambientale, stabilità energetica e convenienza economica. Questi reattori avanzati offrono diversi vantaggi rispetto alle tecnologie tradizionali: un impatto minimo sulle emissioni di CO2, costi di gestione e costruzione più contenuti, e una maggiore sicurezza per la rete elettrica nazionale. Gli SMR, in particolare, sono progettati per essere più modulari, flessibili e veloci da installare, mentre gli AMR offrono una maggiore efficienza e la possibilità di riutilizzare il combustibile esausto. L’integrazione di queste tecnologie avanzate accanto alle fonti rinnovabili permetterebbe all’Italia di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione per il 2030 e il 2050, come previsto dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Inoltre, l’uso del nucleare potrebbe ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e garantire una produzione di energia più stabile e programmabile, essenziale per sostenere l’industria e i consumatori.

Impatto economico e creazione di posti di lavoro

Uno degli aspetti più significativi del rilancio del nucleare è il suo potenziale impatto positivo sull’economia. Secondo le stime presentate nel rapporto, lo sviluppo di impianti nucleari potrebbe generare circa 117mila nuovi posti di lavoro, di cui 39mila direttamente nella filiera nucleare. Questo sarebbe un risultato importante in un contesto di crescita economica post-pandemia, con il settore industriale italiano che potrebbe trarre ampi benefici dalla produzione di energia stabile e a basso costo. In particolare, l’industria, che è responsabile di quasi il 40% dei consumi energetici nazionali, potrebbe beneficiare enormemente dalla disponibilità di calore industriale a basse emissioni, essenziale per i processi produttivi ad alta temperatura difficili da decarbonizzare. Il nucleare, quindi, potrebbe essere un elemento strategico per promuovere una ripresa industriale solida e sostenibile, mentre il settore della ricerca e dell’innovazione nucleare potrebbe continuare a rafforzarsi, alimentando ulteriori investimenti nel campo delle tecnologie avanzate.

Un piano formativo per il futuro

Per realizzare questi obiettivi ambiziosi, tuttavia, è essenziale sviluppare un piano formativo nazionale che permetta di formare professionisti e tecnici altamente qualificati. L’Italia ha subìto una diaspora di competenze dopo i risultati dei due referendum sul nucleare, sfortunatamente indetti il primo pochi mesi dopo il disastro di Chernobyl e il secondo pochi mesi dopo il disastro di Fukushima. L’industria nucleare richiede competenze specialistiche in diverse discipline, dalla fisica alla chimica, dall’ingegneria alla giurisprudenza. È necessario coinvolgere università, istituti tecnici e professionali per sviluppare corsi di laurea, programmi di formazione e tirocini specifici per le necessità del settore. Questo piano formativo dovrà essere integrato con il sistema di ricerca nazionale e internazionale per garantire che l’Italia rimanga competitiva anche a livello globale.

Un approccio normativo stabile e sostenibile

Il quadro normativo è un altro aspetto cruciale per il successo del programma nucleare italiano. Con il disegno di legge delega recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, l’Italia si sta preparando a rilanciare la sua politica nucleare, con l’intento di creare un ambiente favorevole allo sviluppo della tecnologia. L’obiettivo è quello di attuare un programma di energia nucleare sostenibile, che sia in linea con le normative europee e internazionali e che preveda un sistema autorizzativo semplice, trasparente e sicuro. Inoltre, un’Autorità di sicurezza nucleare indipendente garantirà che i più alti standard di sicurezza vengano rispettati in ogni fase del processo, dalla progettazione alla realizzazione e operatività degli impianti.

Comunicazione e coinvolgimento pubblico

Infine, un aspetto fondamentale del piano nucleare riguarda la comunicazione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Nonostante il crescente consenso per l’energia nucleare, permangono ancora dubbi e resistenze, alimentate non da problematiche reali ma principalmente dalla carenza di informazioni corrette. Per favorire un dibattito informato, sarà essenziale promuovere una comunicazione chiara, accessibile e basata su dati scientifici, coinvolgendo tutte le parti interessate: istituzioni, enti di ricerca, università, media e associazioni di categoria.

Il nucleare nel mix energetico italiano

In sintesi, l’introduzione del nucleare avanzato e sostenibile nel mix energetico italiano rappresenta una grande opportunità per il Paese, sia dal punto di vista ambientale che economico. Con un’adeguata pianificazione politica, un quadro normativo stabile e un forte impegno nella formazione delle competenze necessarie, l’Italia può non solo raggiungere i suoi obiettivi di decarbonizzazione, ma anche rafforzare la propria competitività industriale, creando nuovi posti di lavoro e consolidando il suo ruolo nel panorama energetico internazionale.