Omicidio Serena Mollicone, 5 appelli contro l’assoluzione dei Mottola: “Quella sentenza è sbagliata”

La famiglia di Serena Mollicone non ci sta e con cinque distinti e separati appelli chiede con forza di rivedere il caso e la decisione che ha portato i giudici in primo grado ad assolvere tutti gli imputati nel processo per l’omicidio della 18enne uccisa l’1 giugno 2001. Dopo l’attesa delle motivazioni della corte d’Assise di Frosinone (oltre 200 giorni, più di quanti ne è durato il processo), questa settimana scadono i termini per fare ricorso contro la decisione dei giudici assieme a quelli della procura, anche i difensori di Consuelo, la sorella della 18enne uccisa l’1 giugno 2001, hanno depositato la propria richiesta di appello.

A ricostruire la vicenda è il Corriere della Sera. Nelle ultime ore alle richieste si aggiungono anche quelle di tutte le altre parti civili: il padre defunto di Serena, Guglielmo, lo zio Antonio, la cugina Gaia, l’anziano Armida e la famiglia Tuzi. In sostanza per tutti quella sentenza è sbagliata. Secondo i richiedenti innanzitutto la sentenza non considera attendibile Santino Tuzi, il vicebrigadiere morto suicida dopo aver rivelato la presenza di Serena nella caserma di Arce la mattina che sparì.

Sollevano dubbi anche sulla presunta mancanza di movente. La Corte non ha creduto a quanto riferito da alcuni testimoni secondo cui Marco Mottola spacciasse in caserma e per questo motivo era nata una lite con la giovane. Poi i depistaggi di cui si sarebbe reso responsabile il maresciallo Franco Mottola a partire dall’ordine di servizio falso redatto quella mattina. Inoltre le consulenze tecniche che, secondo i richiedenti,  identificano nel legno di una porta della caserma la superfice contro cui fu sbattuto il capo della 18enne. Infine, come riportato dal Corriere, “anche parlando solo di indizi e non di prove – è il ragionamento della richiesta di appello – ci troveremmo di fronte a una serie infinita e non credibile di coincidenze che indicano nei componenti della famiglia Mottola gli assassini di Serena Mollicone”.