Open Day dei penalisti italiani: al centro il rapporto fra Costituzione e diritto di difesa

Al fondo c’è l’idea della natura inevitabilmente contagiosa della passione che unisce la nostra esperienza associativa. Ciò che mancava era il “luogo” dove esprimere la forza di questo contagio anche all’interno di un dialogo generazionale. L’open day dell’Unione è nato così nove anni fa da un’intuizione di Anna Chiusano che fu subito apprezzata per la sua carica innovativa. L’idea fu proprio quella di uscire dagli schemi formali dei Congressi e dall’atmosfera paludata dei convegni, in modo da poter condividere le idee e le passioni della nostra associazione con i colleghi più giovani. L’open day dell’Unione è così cresciuto negli anni come un laboratorio aperto, all’interno del quale si sono sviluppate le rassegne dei contributi elaborati dagli Osservatori dell’Unione.

Intorno a questa idea si sono così realizzate nel tempo esperienze di ampio spessore culturale, come l’istituzione del Premio Bordin (2019), dedicato all’informazione giudiziaria, quest’anno assegnato al giornalista de Il Foglio Ermes Antonucci. E poi l’istituzione del Premio intitolato a Riccardo Polidoro (2023), dedicato a chi si sia distinto nelle politiche carcerarie, che sarà consegnato a Rita Bernardini. Un tema, questo, che ha meritato una particolare attenzione in considerazione della drammatica stagione che l’universo carcerario sta attraversando.

Ogni anno l’open day ha saputo intrecciare i temi della più stringente attualità con quelli legati alla storia dell’Unione, avvicinando i colleghi più giovani ai valori della politica associativa e rendendoli artefici – attraverso l’impegno dell’Osservatorio Giovani – di autonome esperienze creative (dallo Speaker’s Corner all’attuale Contest giovani). Questo IX Open-day è dedicato alla Costituzione. Mentre, infatti, ci accingiamo ad affrontare una fondamentale riforma della magistratura, ci è sembrato inevitabile riflettere sui valori fondamentali che la nostra Carta intende attuare nel tempo (“ieri, oggi, domani”). Una qualificata tavola rotonda rifletterà sui rapporti che corrono fra la riforma del processo accusatorio del 1988 e la mancata riforma ordinamentale, nonché fra la riforma costituzionale del 1999, con la quale quel nuovo modello processuale è stato “costituzionalizzato”, e l’attuale riforma della “separazione delle carriere”, necessaria proprio alla realizzazione di quel “giudice terzo” previsto dal nuovo art. 111 Cost.

Si è per questo motivo ripreso il tema del convegno veneziano “Tornare a San Giorgio”, dedicato da UCPI all’ambizioso progetto di una riscrittura del codice accusatorio, evocativo dell’epico convegno carneluttiano che si tenne sull’isola di San Giorgio Maggiore nel lontano 1961. Vi è, infatti, un ineludibile nesso che corre fra modelli processuali e sistemi ordinamentali, che una storica del processo penale ci aiuterà a svelare. Procedendo lungo questo percorso ideale non si poteva non giungere al rapporto che corre fra avvocato e Costituzione, che vede nella elaborazione e proposizione di eccezioni di costituzionalità un passaggio dotato di una straordinaria potenzialità per l’attuazione dei “princìpi del diritto penale liberale e del giusto processo”. Il lavoro svolto dal nostro Osservatorio per UCPI, quale “Amicus Curiae”, ha trovato nella Corte un vasto apprezzamento e proseguirà, attraverso l’elaborazione di approfondite questioni di costituzionalità, come ulteriore azione di contrasto al DL sicurezza.

Il rapporto che corre fra Costituzione e diritto di difesa, quale diritto inviolabile posto a presidio di ogni altro diritto fondamentale della persona, non poteva non intercettare la delicata questione della difesa d’ufficio e quella, attualissima, delle criticità prodotte dal processo penale telematico. Due interventi completeranno il tema, trattando della “vittima in costituzione” (Vittorio Manes) e della “vita da avvocato” (Raffaele della Valle).