Perché Sallusti ha lasciato il Giornale ed è tornato a Libero: la svolta ‘moderata’ del neo direttore

Alessandro Sallusti torna nella casa “che hai già abitato e che vent’anni fa hai contribuito ad arredare, al fianco dell’architetto Vittorio Feltri”, una scelta “che fa un certo effetto, anche se da allora il mondo è cambiato assai più di quanto sia cambiato in questi travagliati anni Io spirito di Libero e del suo fondatore”.

Si apre così il primo editoriale del neo direttore di Libero, con Sallusti che dopo 12 anni alla direzione de Il Giornale passa al quotidiano edito dalla famiglia Angelucci dove verrà affiancato dal condirettore Pietro Senaldi e da Vittorio Feltri.

L’obiettivo di Sallusti viene spiegato bene nel primo editoriale di saluto dei lettori: “Immaginare e programmare i prossimi anni di questo giornale che uscito dalla sua spensierata giovinezza si appresta ad entrare nell’età matura, che non vuole dire né paludata né omologata ma consapevole. Consapevole di potere e di dovere avere un ruolo centrale e autorevole nell’informazione dei prossimi mesi e anni”.

Sullo sfondo la battaglia tra i due leader del centrodestra a trazione sovranista, pubblico di riferimento del quotidiano. “Chi vincerà il braccio di ferro tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per il primato del Centrodestra? Quanto Forza Italia sarà capace di mantenere una centralità utile a tenere insieme la coalizione?”, si chiede infatti Sallusti.

Se per la prima domanda la risposta di Sallusti è un serafico “affari loro”, per la seconda il neo direttore di Libero argomenta in maniera differente. “Starà a noi – scrive infatti Sallusti – raccontare il travaglio necessario per provare a partorire, dopo dieci e passa anni di gestazione, un nuovo e credibile governo alternativo alla sinistra in salsa grillina che già ha fallito al suo primo, recente, tentativo targato Conte due”.

LA SVOLTA MODERATA – Il reale obiettivo di Sallusti e soprattutto dell’editore di Libero, il senatore di Forza Italia Antonio Angelucci, imprenditore con forti interessi nella sanità grazie alle sue case di cura riabilitative e cliniche private convenzionate sparse in tutta Italia, è in realtà quello di imprime una svolta moderata al quotidiano.

Qualcosa lo si capisce anche dall’editoriale di Sallusti in cui, ringraziando Angelucci per averlo scelto come direttore responsabile di Libero, spiega la sua nuova sfida “nel momento in cui il paese, grazie ai vaccini e a un governo che sta mantenendo le poche promesse fatte, sta per riprendere la corsa dopo aver inanellato, per via del Covid, giri su giri in regime di safety car”.

Un bell’assist quindi al governo di Mario Draghi, ben lontano dalla gestione Feltri-Senaldi di Libero fino ad oggi, in cui sul quotidiano si cannoneggia un giorno sì e l’altro pure contro l’esecutivo dell’ex banchiere nell’ottica di una battaglia turbosovranista dal sapore catto-conservatore.