Perquisizioni in casa Milan. La sede della squadra rossonera è stata perquisita dal nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, su delega della procura di Milano. Un atto che arriva nell’ambito dell’inchiesta sulla vendita del club dal fondo Elliott alla Redbird di Jerry Cardinale, con le ipotesi di reato di appropriazione indebita, ostacolo alla vigilanza della Covisoc e bancarotta.
Perquisizioni al Milan, gli indagati
L’amministratore delegato del Milan, Giorgio Furlani, è indagato dalla procura per ostacolo alla attività di vigilanza della Figc. Insieme a lui altre tre persone, tra cui il suo predecessore Ivan Gazidis e due lussemburghesi. Le perquisizioni hanno quindi interessato la sede della società rossonera con l’ufficio dell’ad e di altre persone con ruoli apicali, ma anche le abitazioni degli interessati con il sequestro di telefonini e pc. Da parte di RedBird al momento non ci sono stati commenti.
L’ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti è che il Milan di fatto non sia mai passato al fondo americano ma sarebbe rimasto al gruppo Elliott di Paul Singer. Secondo i pm, infatti, il fondo Elliott conserva “attualmente il controllo della società, laddove all’autorità di vigilanza della Figc sarebbe, invece, stata rappresentata l’effettiva cessione della proprietà in favore del fondo RedBird”. Almeno da quanto scritto nel decreto di perquisizione.
Perquisizioni nella sede, cosa rischia il Milan
Se l’ipotesi di reato venisse confermata, il Milan potrebbe rischiare sanzioni, visto che potrebbe essere considerata una violazione dell’articolo 5 del regolamento Uefa. Cioè, il divieto per chi controlla già una squadra presente nelle Coppe europee di poter avere controllo su altri club nelle competizioni stesse. In questo caso il fondo Elliott potrebbe andare incontro a sanzioni, vista la sua influenza sul Lille, squadra francese in Champions League. Secondo alcune fonti, citate dall’Agi, il club di Milano però sarebbe totalmente estraneo alla vicenda.
