Nelle prossime ore potrebbe decadere, su decisione della Giunta per il regolamento, da presidente della Commissione Esteri per le sue posizioni filo russe. Ma Vito Petrocelli, senatore dei 5 Stelle, non arretra. Nessun passo indietro nell’intervista rilasciata a Repubblica. “Dimettermi? Assolutamente no. Poroshenko (ex presidente ucraino, ndr) ha riabilitato come eroe nazionale Stepan Bandera, il leader che combatté accanto ai nazisti durante la Seconda guerra. È come se l’Italia avesse rivalutato Mussolini. Poteva annullare l’onorificenza, invece non l’ha fatto. Anzi ha inserito il Battaglione Azov nella guardia nazionale”.
“Mi caccerebbero solo perché contrario all’invio di armi all’Ucraina. Non giustifico l’invasione – spiega – ma capisco cosa vuol dire avere tutti gli armamenti Nato alle porte. L’Ucraina era un Paese fallito ed è stato tenuto in piedi dagli americani con questo espediente. Questo lo dicevano anche i miei colleghi M5S Manlio Di Stefano e Marta Grande nella scorsa legislatura”. Che hanno cambiato idea come “soprattutto Di Maio, che è diventato ultra atlantista, io sono fedele al nostro programma del 2018″.
“Trovo l’escalation militare Usa uno schifo”, prosegue Petrocelli, e Conte “per essere coerente dovrebbe votare contro il decreto che invia le nuove armi. Va anche sfiduciato Draghi. È una guerra che avvantaggia solo gli Usa”. Riguardo l’espulsione dal Movimento 5 Stelle più volte annunciata dall’ex premier, il senatore spiega: “Sono fuori dalle chat e non mi fanno partecipare alle riunioni”. Finora “nessuna” comunicazione è arrivata dal Movimento. “Se mi arriverà l’accetterò senza fare ricorso”.
Sulla Z russa postata sui social ha provato a chiarire: “E’ stata una provocazione contro la retorica Nato e gli slogan neonazisti. Quelli che esaltano il Battaglione Azov come eroi. E mi stupisce quella parte della sinistra che ci passa sopra”.
