Piazze romane, l’arte contemporanea nel centro storico: 8 siti per le opere di talenti del RUFA

Piazze romane, l'arte contemporanea nel cuore di Roma

Da venerdì 18 giugno nel centro storico di Roma è sbarcata l’arte contemporanea: è “Piazze romane”, otto luoghi diversi accoglieranno infatti le idee di giovani talenti del RUFA – Rome University of Fine Arts. L’iniziativa è stata promossa in continuità con “Roma sei mia”, il progetto che il Municipio Roma I Centro tra il 2014 ed il 2020 ha sostenuto su iniziativa della presidente Sabrina Alfonsi, favorendo processi partecipativi della cittadinanza nella cura del territorio. Per tutto il periodo estivo piazza Poli, piazza Giuseppe Gioacchino Belli, piazza Cardelli, piazza San Giovanni della Malva, piazza di Pasquino, piazza Borghese, piazza del Teatro di Pompeo e via della Frezza non solo racconteranno la storia e le tante sfumature di una città che non si arriva mai  a conoscere fino in fondo, ma accoglieranno anche le opere originali ed innovative di questa nuova generazione di talentuosi artisti.

UN VIAGGIO NEL CUORE DELLA CITTA’

Piazze romane si propone come ambientazione ideale per un viaggio di riflessione tra storia, memoria, identità ed innovazione: 4,2 chilometri nel cuore del centro storico di Roma, per 53 minuti di cammino. L’obiettivo è riuscire ad apprezzare gli aspetti unici della Città eterna, entrando in contatto con i tanti luoghi di interesse e ricchi di significato, accolti in 4 dei 22 rioni che caratterizzano la toponomastica della Capitale: Trastevere, Parione, Campo Marzio e Trevi. In questo progetto c’è il coinvolgimento del pubblico e del privato, grazie alla presenza di aziende impegnate nel contestualizzare il concetto di responsabilità sociale  come Enel, che è anche main sponsor, Alessandro Vitiello Home Gallery ed Hotel Canada di Roma. Nelle rinnovate sale dell’hotel è già in corso la mostra dei modelli del progetto, generata con l’obiettivo di riprendere la vocazione turistica di Roma. Oltre a RUFA, è da evidenziare la presenza anche delle due più importanti istituzioni culturali e formativi del comparto Afam nazionale: ossia l’Accademia nazionale di danza ed il Conservatorio di Santa Cecilia. Entrambe saranno di supporto alla fase inaugurale del progetto, con la realizzazione di performance brevi che allieteranno il pubblico nel corso del tour.

“Affidare alle nuove generazioni tale visione” ha sottolineato il direttore della Rome University of Fine Arts, arch. Fabio Mongelli “è la vera sfida del progetto. Chi meglio dei giovani artisti può interpretare e immaginare il futuro? Gli studenti RUFA sono stati chiamati ad una esperienza di ideazione e realizzazione di opere e installazioni da collocare temporaneamente in queste piazze da ricollocare in seguito, negli altri municipi di Roma, in luoghi inusuali. Immaginare anche questa seconda vita ha fatto in modo che la visuale del progetto fosse universale, così che le opere, in questo passaggio, possano assorbire e restituire energia positiva, propagandola all’infinito”. Piazze romane, come ha avuto modo di sottolineare l’assessore alla rigenerazione urbana del Municipio I Roma Centro, è da intendersi come “un’esperienza collettiva e contemporanea, per dare seguito ad una modalità di fruizione culturale differente che intende puntando sul dinamismo che le nuove generazioni di artisti sanno generare. È Un’esperienza che invita al dialogo, per costruire una comunità di persone, desiderosa di ampliare la propria rete di relazioni e di riprendere il cammino”.

IL PERCORSO DI PIAZZE ROMANE 

Il percorso inizia da piazza Giuseppe Gioacchino Belli. “Roma Tales” (Racconti romani) intende restituire la narrazione di una città da scoprire, per stupire il passante, per permettergli di fermarsi ad osservare con più attenzione la bellezza che lo circonda. Per questo le voci di Roma saranno diffuse da tre diversi punti di ascolto, in cui isolarsi, allo stesso osservando. Da qui si raggiunge piazza San Giovanni della Malva, dove si celebra uno degli esempi della romanità: quell’atto aggregativo e itinerante del cibo all’aperto. L’opera “Dal panino si va in piazza”, realizzata in travertino romano, a riprendere la raffigurazione degli animali tipica dell’arte romana classica, celebra proprio questa tradizione. Attraversando ponte Sisto, a pochissimi passi da Campo de’ Fiori, si apre la piazza dedicata al Teatro di Pompeo: il grande edificio voluto dal console Pompeo nel 61 a.C..  Il progetto “Città effimera: arte, scienza, follia” è invece una memoria di ciò che l’imperatore Nerone ordinò, in occasione della visita del re armeno Tiridate a Roma, con la doratura di tutto l’edificio in un sol giorno. L’opera vuole riprendere proprio quella pagina storica, riflettendo il segnale di un satellite in transito e inviando un segno immateriale visibile solo nell’immagine satellitare. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (ESA). Nel rione Parione, piazza di Pasquino si apre con la più conosciuta delle satue parlanti di Roma.

L’opera “Laic a prayers” è un moderno biglietto digitale che intende mantenere sempre viva la tradizione romana di una tribuna pubblica e popolare. Il centro storico di Roma racconta molteplici storie di Resistenza e Liberazione. L’opera “Do you have a light?”, collocata in piazza Cardelli, ricorda l’arresto di Guglielmo Gullace, avvenuto a via Tomacelli. La moglie Teresa, incinta del loro sesto figlio, fu uccisa perché tentò di portargli una sigaretta. È una Fiat 600 del 1961, simbolo della rinascita italiana, ad essere usata come tela. Nel labirinto di vie che si aprono lungo le sponde del Tevere, ecco piazza Borghese. In questo luogo maestoso si celebra uno dei simboli della cultura di Roma: “Er nasone”, infatti, è il soprannome con cui i romani chiamano le famose fontanelle in ghisa che arricchiscono le strade. Da qui si passa a via della Frezza: in corrispondenza del vicolo delle Colonnette, si trova lo “spiazzetto”, in cui si eseguiva il supplizio della corda per chi vi veniva condannato. L’opera “Hedgehog” che prende spunto da un cavallo di Frisia ingabbiato, è un inno alla vita e alla libertà, ma è anche un richiamo alla resistenza contro l’indifferenza. Il suggestivo itinerario si conclude in piazza Poli, con “Door Stop”, opera che richiama alla mente l’appellativo di Roma Città Aperta: un fermaporta fuori scala in legno, per fare in modo che questa “porta immaginaria” non venga mai chiusa. Posizionata davanti l’Oratorio del Santissimo Sacramento, per evocare la ricerca della pace e dell’accoglienza.