Pippo Baudo, il ricordo di Bonolis: “Lo prendevo in giro e rosicava alle mie battute. A Sanremo era tremendamente bravo. Solo una volta lo vidi libero e spensierato”

Un punto di riferimento per i colleghi, prima ancora che per gli spettatori. Paolo Bonolis non può che spendere parole al miele per Pippo Baudo: “È uno dei grandi pionieri della tv, ha dato forma e misura ad un territorio sconosciuto, un mezzo nuovo e inesplorato a cui nessuno era abituato”, ricorda al Corriere della Sera l’ex conduttore di Luna Park, programma in cui i due lavorarono insieme.

Pippo Baudo e Bonolis a Luna Park: “Lo prendevo in giro e rosicava alle mie battute”

Di quel periodo a Bonolis resterà il divertimento: “Io ironico, lui tutto d’un pezzo. Ma sapeva ridere e accettava il fatto che lo prendessi in giro, rosicava ma non lo faceva vedere. Io ero il ragazzo di bottega, lui il grande maestro, era un gioco tra di noi”.  Pippo è passato alla storia soprattutto per la conduzione del Festival di Sanremo. Per tredici edizioni. Un Festival che poterà per sempre la sua firma, e manterrà il ritratto di “Un uomo educato, di cultura siciliana e quasi austero”.

“Mi colpiva la sua figura a Sanremo, programma che ha condotto tremendamente bene”, ammette Bonolis mentre traccia il contorno della presenza fisica di Pippo sul palco dell’Ariston e delle sue competenze musicali. “Un uomo lungo, si muoveva in modo disarticolato ma rimaneva elegante. Rimaneva il più in gamba nel condurre per la capacità narrativa, conoscenza musicale, rapporti con case discografiche”.  Baudo non era solo un conduttore, “ma un organizzatore di prodotti”. Sapeva “tenere le redini” – continua il conduttore nella suo ritratto – e “poche volte era visibilmente libero e spensierato”. Una di queste era in “Papaveri e papere”, programma condotto con Magalli. “Lì sì che l’ho visto leggero”, dice Bonolis. “Era uno show che si divertiva molto a fare, e con Magalli erano come Don Chisciotte e Sancho Panza”.