Quegli italiani che gridano alla resistenza solo quando conviene

La cartina dei Paesi arabi offre una dimensione reale della questione, aperta sin dal 1948, tra Israele e i Paesi che la circondano. La stragrande maggioranza riconosce il diritto all’esistenza dello Stato ebraico, ma il 7 ottobre del 2023 i terroristi di Hamas provenienti da Gaza hanno cominciato a mettere in pratica quella che è la loro ragione sociale: la cancellazione di Israele dal fiume al mare. E hanno agito con una ferocia e una crudeltà inimmaginabili, facendo letteralmente a pezzi intere famiglie, uomini, donne e bambini, e rapendo centinaia di ostaggi, sulla cui restituzione – per i vivi e per quelli già morti – stanno inscenando un’oscena trattativa.

Tutti contro Israele

Nonostante questo, e nonostante la scomunica da parte dell’Anp dei terroristi di Hamas, larghi settori dell’opinione pubblica si sono schierati contro Israele, con il risorgere di un sentimento antisemita che si pensava superato per sempre dopo la tragedia dei sei milioni di ebrei finiti nelle camere a gas nella Seconda guerra mondiale. Arrivando, come l’altro giorno, fino al punto delle aggressioni e delle offese a due ebrei in quanto tali nel famigerato episodio dell’autogrill.

Cosa succederebbe in Italia

La domanda sorge spontanea: che cosa penserebbero gli italiani se dalle province toscane, di Firenze e Pistoia, ci fossero ancora i ducati, o se ogni giorno – per anni – venissero spediti missili su Bologna, o se un tragico mattino più di mille abitanti di Castiglione dei Pepoli – sull’appennino bolognese – venissero fatti crudelmente a pezzi da fanatici invasori provenienti dallo Stato confinante? Farebbero finta di niente o chiederebbero a gran voce di combattere e annientare gli assassini, come hanno fatto gli americani e gli inglesi nella Seconda guerra mondiale, purtroppo anche con bombardamenti a tappeto sulla popolazione civile, senza preavvisi, arrivando sino a Roma e Berlino per stroncare il nazifascismo?

Da che parte stare

Ricordo a tutti che, malgrado questi bombardamenti (che ci costarono circa 70mila morti civili), la resistenza stava con gli Alleati e così la popolazione festante che li accolse come liberatori, ben consapevole che l’Italia era stata segnata – dalle Fosse ardeatine a Sant’Anna di Stazzema, da Marzabotto a Monchio – da stragi nazifasciste che avevano causato 4.500 morti civili in 83 Comuni. Rimango in fiduciosa attesa che qualcuno mi spieghi perché, diversamente da allora, l’Italia dovrebbe stare dalla parte degli aggressori (Hamas) invece che da quella degli aggrediti (Israele).