Il cantante americano R. Kelly è stato condannato a 30 anni di prigione. La star dell’r’n’b, conosciuta soprattutto per la sua I believe I can fly del 1996, era accusata di aver adescato a scopo sessuale donne e bambini. La sentenza è stata resa nota in un tribunale di Brooklyn quasi un anno dopo che il cantante era stato riconosciuto colpevole di aver guidato per oltre vent’anni un’organizzazione criminale a Chicago che reclutava donne, giovani afroamericane anche minorenni, per sottoporle ad abusi sessuali e psicologici.
Kelly ha 55 anni, il suo vero nome è Robert Sylvester Kelly. Ha sempre negato ogni accusa ma non ha testimoniato a processo. Avrebbe sfruttato la sua fama – era diventato famoso soprattutto grazie alle canzoni I believe I can fly e Ignition – per attrarre giovani donne e ragazze minorenni interessate a una carriera nella musica per poi sottoporle a gravi abusi fisici, psicologici e sessuali.
La corte federale lo scorso settembre aveva emesso il verdetto di condanna per una serie di reati legati al traffico sessuali. Reati che risalivano a partire dagli anni ’90 e per i quali il cantante rischiava l’ergastolo. L’accusa riteneva che Kelly aveva messo in piedi un sistema spietato attraverso cui aveva abusato di minorenni, ragazze e, in almeno due casi, anche di ragazzi. E infatti tra i capi di imputazione c’era anche quello di associazione a delinquere.
Le vittime sarebbero state sottoposte alla volontà del cantante. Il caso Kelly era emerso nel 2017 quando un giornalista di Chicago, Jim DeRogatis, aveva raccolto la denuncia dei genitori di una ragazza. Quello fu solo il primo passo di un’inchiesta, comparsa sul Chicago Sun Times, dagli sviluppi clamorosi. Sulla vicenda era uscito un documentario, Surviving R. Kelly, in cui erano state descritte e raccolte le storie di abusi su numerose donne.
Kelly è stato riconosciuto colpevole anche di aver violato il “Mann act”, una legge federale che proibisce di trasportare una persona al di fuori dei confini dello stato per “scopi immorali” (la legge risale al 1910 ed era stata fatta per contrastare il traffico di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione). Il cantante e producer fu molto chiacchierato quando nel 1994, a 27 anni, sposò la cantante Aaliyah, allora 15enne. L’età della sposa era però stata falsificata per farla passare per maggiorenne. L’anno dopo il matrimonio fu annullato e nel 2001, a 22 anni, la ragazza morì in un incidente aereo.
Kelly venne accusato nel 2002 di pedopornografia quando cominciò a circolare un video che lo mostrava fare sesso con una ragazza di 14 anni. La vittima però non testimoniò al processo e nel 2008 Kelly fu assolto da tutti i 14 capi d’accusa per cui era stato incriminato. L’ex star del pop ha già passato tre anni in prigione. Sarà processato per altre accuse in tre altri casi tra Illinois e Minnesota.
