La sinistra, ringalluzzita dalla presa di posizione del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che invita all’astensione, trova un comun denominatore per scendere in piazza. E convoca per lunedì 19 una manifestazione in cui Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni si uniranno alla CGIL.
L’iniziativa punta a dare una connotazione ideologica alla campagna referendaria, spostandone il baricentro dai temi del lavoro – invero, deboli sin dall’inizio – a quelli della libertà, del diritto all’informazione e via dicendo. Il titolo dell’appuntamento è appunto “Il voto è libertà”, contro l’astensionismo. La mossa dei leader di Pd, M5s e Avs, annunciata con una nota congiunta, è una risposta agli appelli degli esponenti di centrodestra che invitano gli elettori a disertare le urne. Da giorni, i promotori dei referendum polemizzano con la Rai, accusandola di oscurare i quesiti. Una posizione sulla quale apre un varco l’AGCOM, con un richiamo al servizio pubblico e a tutte le emittenti, affinché «venga garantita un’informazione» completa, imparziale e corretta». Le opposizioni sono spaccate, i riformisti del Pd hanno dichiarato di volersi astenere e ci sono crepe anche tra i contiani.
Analizza la doppia trappola referendaria – l’inutilità dei quesiti per i lavoratori e il trabocchetto ideologico nel quale è caduto il centrodestra – l’ex premier Matteo Renzi, “autore” del Jobs Act insieme all’ex senatore Pd Tommaso Nannicini, che ieri sul Riformista aveva illustrato il tranello che si cela dietro al referendum. Abrogando il Jobs Act, rientrerà in vigore la Legge Fornero e saranno agevolati i licenziamenti da parte di partiti e sindacati. «È stato un errore quello della Cgil: chiamare un referendum contro il Governo Renzi, anziché contro il Governo Meloni, in questa fase non mi pare la cosa più geniale del mondo. Io voglio costruire un centrosinistra alternativo alla Meloni. Ma se qualcuno pensa di farlo chiedendo l’abiura sul passato la conseguenza è semplice: rivince la Meloni nonostante la sua intrinseca debolezza. Ecco perché bisogna mettersi insieme sul futuro anziché litigare sul passato», ha scritto Renzi ieri nella sua enews.
