Mancano pochi giorni all’uscita del Riformista targato Matteo Renzi, alla guida editoriale del quotidiano. Nella consueta Enews, il leader e senatore di Italia Viva lancia il nuovo logo del giornale edito dall’imprenditore Alfredo Romeo e annuncia le prossime tappe in vista dell’avvicendamento alla guida con Piero Sansonetti (che da metà maggio riporterà in edicola L’Unità).
“Noi lavoreremo molto per l’uscita de “Il Riformista” che è prevista per mercoledì 3 maggio. Mostreremo la prima copia nella trasmissione “Cinque Minuti”, di Bruno Vespa, alle 20.30 di martedì 2. E dalla settimana prossima sarà possibile fare gli abbonamenti per ricevere il giornale non solo via email ma anche via whatsapp. Aumenterà anche la diffusione nelle edicole” spiega Renzi con Il Riformista che verrà distribuito in 50 città.
“Intanto – spiega Renzi – vi mostro qui in anteprima la nuova testata. Vi convince? Spero di sì. Ma soprattutto spero che vi convincano i contenuti, perché è su quello che vogliamo fare la differenza”.
Nella Enews l’ex premier si sofferma anche sulla “grossa polemica riguardo ad Elly Schlein, che viene attaccata per l’intervista a Vogue. Troppo pop, dicono i critici. Una decina d’anni fa fui attaccato per lo stesso motivo. Ovviamente quelli che dentro il PD allora mi accusarono di personalismo oggi plaudono alla svolta giovanile della segretaria. Ma questa è un’altra storia. Il punto per me è un altro. Trovo assurdo attaccare Schlein per la sua personal shopper o la sua armocromista. Sarò vecchia maniera ma non mi interessa sapere quanto prende la sua consulente di immagine o chi la paga. A me interessa la politica. Le differenze con la Schlein – aggiunge Renzi – non sono sul trench ma sull’utero in affitto, sul termovalorizzatore e sul nucleare, sul concetto di lavoro e sulle tasse, sui sussidi, sul merito nella scuola, sull’Ucraina e sull’esercito europeo, sulla giustizia e sul garantismo. Su questi temi non c’è nessun consulente di immagine che possa aiutarti: contano le idee. Penso che i riformisti possano accettare tutte le scelte cromatiche, gli outfit, le acconciature. Ma dalle idee non si scappa. La fuga dal PD non nasce dalle interviste a Vogue ma dalla mancanza di chiarezza sui contenuti. Noi forse non azzecchiamo sempre i colori e talvolta veniamo spettinati in foto. Ma abbiamo le idee chiare sulla politica. E siamo pronti a confrontarci a viso aperto con tutti”.
Un passaggio anche sulla sentenza della Cassazione sulla trattativa-fake Stato-Mafia: “La notizia del giorno di ieri è la conferma definitiva che la narrazione giustizialista sulla presunta trattativa Stato mafia, narrazione che per vent’anni è stata rilanciata da alcuni organi di stampa e alcuni partiti, è una narrazione totalmente inventata. I giustizialisti di certe procure e di certe redazioni, come quella de Il Fatto Quotidiano, dovrebbero scusarsi o come minimo tacere per qualche anno. Non lo faranno perché non conoscono il significato della parola Vergogna. Un abbraccio di solidarietà ai servitori dello Stato oggi assolti in via definitiva dopo tanti anni di gogna mediatica e alle loro famiglie. Come ha correttamente segnalato Enrico Costa, il problema, poi, è la carriera che fanno quei PM. O quei giornalisti. Ma anche di questo torneremo presto a parlare”.

