Renzi sfida Conte: “Batta un colpo, non chiedere il Mes è un suicidio”

“Credo che Conte debba battere un colpo. Dire no al fondo è un suicidio per un Paese indebitato. Che stiamo aspettando? Dal Mes capiremo che vuol fare Conte da grande. Se chiede il Mes significa che vuole guidare l’Italia. Se non chiede il Mes, significa che vuole guidare solo i grillini. A lui la scelta”. È la sfida che arriva da Matteo Renzi al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con le dichiarazioni ‘di fuoco’ rese in una intervista a Repubblica dal presidente di Italia Viva.

I FONDI EUROPEI – L’ex premier, che oggi conclude la tre giorni della scuola politica ‘Meritare l’Europa’ a Castrocaro, guardando all’operato del governo giallo-rosso ricorda come “ci sono 200 miliardi da spendere, presi in Europa perché abbiamo mandato a casa Salvini e messo in minoranza i sovranisti: una mossa che mi è costata molto, ma che rivendico perché serviva al Paese”. Soldi che “vanno spesi bene, in una cornice in cui la disoccupazione farà molto male. Da ottobre iniziano tempi durissimi. O c’è un esecutivo politico forte, come spero, o si farà strada l’ipotesi di un governo tecnico o di unità nazionale”. Il nome c’è già, quello di Mario Draghi, ma “eviterei di tirarlo per la giacchetta”, aggiunge Renzi.

IL REFERENDUM – Sul tema del referendum sul taglio dei parlamentari l’ex premier annuncia “libertà di voto”, non condividendo la tesi di chi parla di “attacco alla democrazia, ma neanche l’entusiasmo grillino sulla ‘svolta storica’. Non è una svolta, è uno spot: taglia i i parlamentari, ma lascia intatti i problemi del bicameralismo perfetto”.

IL RAPPORTO CON DI MAIO – Un passaggio viene dedicato anche all’ex capo politico dei 5 Stelle, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che per Renzi “si sta impegnando sulla politica estera, dove è passato con profitto dal seguire i Gilet Gialli a Macron. Bene così. Sul diritto costituzionale, invece, ha ancora molto da studiare: solo in Italia abbiamo due Camere che fanno la stessa cosa – afferma Renzi -. Puoi tagliare tutti i parlamentari che vuoi, ma allora devi cambiare le funzioni. Altrimenti hai un doppione. Confido che col tempo i 5S cambieranno idea anche su questo: dopo Tav, Tap, Olimpiadi, Euro, la figura di Mattarella, Macron e Merkel, manca solo il bicameralismo. Che vinca il Sì o il No, dal 21 settembre il punto sarà: quale modello istituzionale scegliamo? E torneranno in campo i nostri temi: bicameralismo, titolo V, Cnel. Passato questo referendum inutile, ci sarà da scrivere la vera riforma. Anche con l’opposizione, se ci sta”.