Reznikov si dimette, lascia il “ministro della guerra” di Zelensky: il fedelissimo del presidente paga lo scandalo corruzione

La sua permanenza al ministero della Difesa ucraino si è prolungata di altre 24 ore, ma il destino era ormai segnato. Oleksi Reznikov, fedelissimo del presidente Volodymyr Zelensky, ha lasciato l’incarico questa mattina.

L’addio al dicastero, che guidava dal novembre 2021, è stato formalizzato questa mattina da Reznikov che ha comunicato il suo passo indietro su Twitter: “Manteniamo la posizione. Grazie a tutti per il supporto e per le critiche costruttive. Traiamo le conclusioni. Continuiamo le riforme. Anche durante la guerra. Stiamo rafforzando la difesa e lavorando per la vittoria. Gloria all’Ucraina!”, ha scritto sul social.

La posizione di Reznikov era da settimane in bilico. Domenica notte il suo addio al ministero della Difesa era stato annunciato su Telegram da David Arakhamia, capogruppo al Parlamento ucraino di ‘Servo del popolo’, il partito del presidente Volodymyr Zelensky, salvo poi fare retromarcia dopo alcune ore annunciando che cambiamenti non sarebbero arrivati “questa settimana”.

Invece stamane Reznikov ha compiuto il passo indietro, ‘spinto’ secondo diverse ricostruzioni dal pressing sempre più forte degli alleati occidentali di Kiev, con in testa gli Stati Uniti.

L’amministrazione di Joe Biden, che dall’inizio del conflitto scatenato dalla Russia di Putin il 24 febbraio dello scorso anno ha stanziato aiuti per un valore superiore ai 110 miliardi di dollari, sostanzialmente non si fida di buona parte della classe dirigente ucraina.

Non è un caso se nelle scorse settimane siano stati rimossi molti funzionari del ministero della Difesa con le accuse di corruzione. Il viceministro Vyacheslav Shapovalov è stato costretto alle dimissioni lo scorso 24 gennaio dopo le accuse secondo cui il ministero avrebbe firmato contratti di fornitura alimentare a prezzi da due a tre volte superiori a quelli di mercato.

Sempre oggi è stato nominato il nuovo ministero dell’Interno di Kiev. L’incarico è andato, senza sorprese, a Ihor Klymenko: per l’attuale ministro ad interim, che ha assunto il ruolo dopo lo schianto di un elicottero a Brovary dello scorso gennaio in cui è morto il predecessore Denys Monastyrskyi, sono arrivati i voti di 321 deputati.