"Eccoli, sono arrivati i napoletani" e in pochi attimi il dramma
Romeo ucciso a coltellate, arresti domiciliari per il 16enne: “Non volevo ammazzarlo”
La rissa avvenuta a Formia il 16 febbraio scorso è l’ennesimo dramma nel dramma che coinvolge giovanissimi. Quello della famiglia di Romeo Bondanese, 17enne di Formia, studente e promessa del calcio, ucciso fa una coltellata durante la rissa. E poi c’è quello di Camillo B., il 16enne di Casapulla (provincia di Caserta), anche lui studente e promessa del calcio, che ha colpito a morte Romeo con il coltello. Il dramma della morte di un giovane e quella di una vita distrutta.
Camillo non voleva uccidere Romeo. Dopo un interrogatorio durato oltre due ore, interrotto continuamente dai pianti del giovane imputato, ne sono convinti il sostituto procuratore per i minori di Roma, Maria Perna, e il giudice per le indagini preliminari Federico Falzone, che ha concesso al giovane i domiciliari. Le indagini intanto proseguono per ricostruire precisamente cosa sia successo quella sera e chi era coinvolto nella rissa. Potrebbe trattarsi addirittura di una decina di ragazzi, tutti minorenni.
In un primo momento Camillo è stato sottoposto a fermo con le accuse di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili, lesioni gravi nei confronti di Osvaldo V., il cugino di Romeo, e violazione della legge armi, per aver portato fuori casa un coltello. Come chiesto dalla stessa Procura per i minori e dalla difesa, l’accusa di omicidio volontario è stata derubricata in omicidio preterintenzionale e si è aggiunta quella di rissa. Un quadro diverso, meno pesante, per cui il gip Falzone ha concesso a Camillo i domiciliari.
La rissa sarebbe scattata in Via Vitruvio fuori a un ristorante dopo una provocazione da parte del gruppo di ragazzi di Formia a cui il gruppo di Casapulla ha risposto con violenza. “Eccoli, sono arrivati i napoletani”, avrebbero detto. Poi gli insulti e nel parapiglia generale è sbucato il coltello. Camillo ha colpito Osvaldo alla gamba e poi Romeo, recidendogli l’arteria femorale. Nonostante la corsa in ospedale per lui non c’è stato nulla da fare. Osvaldo invece è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico ma sta meglio.
“Ero con i miei amici, siamo andati prima a Gaeta, per andare al mare, e poi ci siamo fermati a Formia per prendere un panino”, ha dichiarato l’indagato, come riportato da Repubblica, assistito dagli avvocati Luigi Tecchia e Giuseppe Biondi. “Sono distrutto”, ha ripetuto più volte. Il sedicenne ha quindi riferito delle provocazioni da parte del gruppo di Formia e aggiunto di essersi ritrovato in pochi secondi in una rissa.
“Da quel momento non ha capito più niente – ha assicurato – mi sono visto di fronte, all’improvviso, dei ragazzi che hanno iniziato a colpirmi. Poi sono caduto a terra. C’erano tante persone”. Un racconto confuso, vista anche la concitazione del momento. Infine il dramma. Con diversi aspetti ancora da chiarire.
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