L'idea di Villas-Boas
“Ritirare la numero 10 di tutte le squadre”, la proposta per omaggiare Maradona
“Vorrei che la FIFA ritirasse la maglia numero 10 in tutte le competizioni, per tutte le squadre. Sarebbe il miglior omaggio che si potrebbe fare per lui. È una perdita incredibile per il mondo del calcio”. È la proposta che arriva da Andre Villas-Boas, tecnico del Marsiglia, per celebrare e ricordare per sempre Diego Armando Maradona, il fenomeno argentino scomparso mercoledì all’età di 60 anni a causa di una “insufficienza cardiaca acuta” mentre era nella sua casa del quartiere San Andres, nella località di Benavidez, nel dipartimento di Tigre in provincia di Buenos Aires.
Quella di Villas-Boas è l’ultima proposta che arrivare per ricordare il Pibe de Oro, il più forte di tutti, il calciatore che con la sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel cuore dei tifosi argentini, napoletani e in realtà di tutti coloro che amano il calcio.
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GLI ULTIMI ISTANTI DI DIEGO – L’ultimo a vedere in vita Diego Armando Maradona è stato il nipote, Johnny Espósito, figlio della sorella Maria Rosa. Erano le 23 di martedì 24 novembre, molte ore prima del decesso ufficiale, avvenuto nella tarda mattinata di mercoledì 25 novembre (le 15.30 in Italia) nella casa del quartiere San Andres, nella località di Benavidez, nel dipartimento di Tigre in provincia di Buenos Aires.
Maradona, che lo scorso 30 ottobre ha compito 60 anni, era stato operato il 3 novembre al cervello a causa di un ematoma subdurale che aveva generato un coagulo in una regione del cervello. L’11 viene dimesso dall’ospedale e si trasferisce nell’abitazione di San Andres per proseguire la riabilitazione e sconfiggere la dipendenza alcolica che l’aveva fatto sprofondare in una crisi depressiva.
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Secondo la ricostruzione della Procura di San Isidro, riportata dal Clarin (quotidiano argentino che ha dato per primo la notizia del decesso di Maradona), quando alle 11.30 del 25 novembre lo psicologo (Carlos Dìaz) e la psichiatra (Augustina Cosachov) entrano nella stanza del campione argentino non subito si rendono conto che qualcosa non va. Diego non risponde ma pensano dorma.
Nella casa sono presenti anche il nipote e un assistente dell’ex fuoriclasse argentino. Dopo un po’ provano a svegliarlo ma non arrivano cenni di vita. Così chiamano i primi soccorsi: arrivano i sanitari che provano la rianimazione cardiopolmonare. Niente. Diego non reagisce. Vengono chiamate numerose ambulanze, circa una decina. Nel frattempo un medico chirurgo che abita nelle vicinanze prova a soccorrerlo.
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Maradona negli ultimi giorni, secondo quanto descritto dai suoi familiari e dalle persone che lo frequentavamo, era molto ansioso, depresso e angosciato. Il suo staff medico valutava la possibilità di proseguire la riabilitazione a Cuba, l’isola dell’amico Fidel Castro (morto anche lui il 25 novembre del 2016) dove già curò in passato la sua dipendenza dalla cocaina.
Non c’è stato tempo. Diego è morto probabilmente nel sonno. Triste, solitario y final. Se ne è andato con il rimorso di non aver riunito tutti i suoi figli in occasione dei 60 anni: oltre a Dalma e Gianinna, anche Jana, Diego Fernando e Diego Armando Maradona jr, il figlio napoletano che proprio nelle scorse ore è stato dimesso dall’ospedale Cotugno di Napoli dopo settimane di ricovero per la positività al coronavirus.
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