Ancora una volta Napoli è al centro di offese gratuite, o quanto meno vittima di una gaffe. Questa volta è il sindaco di San Bendetto del Tronto, Antonio Spazzafumo, che in consiglio comunale si è dato a una sgradevole affermazione: “Non siamo mica al comune di Scampia? Qui siamo a San benedetto del Tronto…”. Il caso, rilanciato durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara”, è balzato alle cronache. Tanto che il sindaco marchigiano si è sentitamente scusato con il collega napoletano Gaetano Manfredi. Ma da Scampia arriva la lettera e l’invito del presidente della Municipalità, Nicola Nardella: “La attendo a Scampia. Venga quando vuole. Decida con calma. Noi siamo qui. Non ci uccide nessuno”.
La vicenda
Il sindaco Spazzafumo durante un consiglio comunale, parlando della situazione in cui aveva trovato il Comune, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, aveva detto: “Le luci non funzionavano e qui dentro pioveva pure. Allora ho chiesto: fatemi capire, ma che è il Comune di Scampia questo o il Comune di San Benedetto del Tronto?”. Probabilmente il caso non sarebbe emerso se non fosse poi stato punzecchiato da “La Zanzara” di Giuseppe Cruciani e David Parenzo. E così è scattata la polemica che poi ha portato il sindaco di San Benedetto a scusarsi con il collega napoletano Gaetano Manfredi.
Le scuse del sindaco di San Benedetto del Tronto
“Sento il bisogno di rivolgere le mie scuse, non era mia intenzione offendere la sua città né tantomeno gli abitanti di Scampia”, ha scritto Spazzafumo in una lettera inviata al sindaco napoletano, riportata dal Corriere della Sera. Continuando con parole altrettanto attenuanti: “Un’area senz’altro afflitta da gravissimi ed antichi problemi ma che sta compiendo, con il supporto delle istituzioni, in primo luogo del Comune, uno sforzo titanico per recuperare una dimensione di normalità”.
E ancora: “Da amministratore locale, peraltro alla prima esperienza, posso immaginare l’impegno che state profondendo quotidianamente per migliorare le condizioni di vita della comunità napoletana, e in particolare dei residenti nei quartieri periferici. La prego di farsi interprete del mio sentimento di profondo dispiacere per quanto accaduto presso la comunità dei residenti di Scampia — ha proseguito rivolgendosi a Manfredi — a cui esprimo non solo il mio incondizionato e affettuoso incoraggiamento, ma a cui assicuro anche la totale disponibilità a contribuire, nelle forme che saranno ritenute più congrue, alla rinascita civile e morale del quartiere”. Parole che però sembrano perpetrare nella condanna, sebbene arrivate con l’intento di scusarsi per quella che sembrerebbe stata una gaffe.
La lettera del presidente della Municipalità di Scampia
Nicola Nardella, presidente della Municipalità 8 (Chiaiano – Marianella – Piscinola – Scampia), non ci sta e scrive una lettera al sindaco di San Benedetto del Tronto che il Riformista pubblica di seguito integralmente. E nella lettera c’è un invito ad andare a trovarlo a Scampia.
“Egregio Sindaco – scrive Nardella nella missiva – ho appreso della Sua dichiarazione in Consiglio con la quale ha affermato: ‘Non siamo mica al Comune di Scampia?’. Ne sono rimasto profondamente colpito. Di seguito mi è stato riferito delle Sue scuse, e la cosa mi ha rinfrancato.
Vede, caro Sindaco, purtroppo sui cittadini del territorio che amministro, nel quale rientra anche il quartiere di Scampia, grava un pesante stigma“.
“Sarebbe forse inutile raccontarLe a parole una realtà fatta di tanti cittadini che hanno dignità da vendere; certe realtà vanno toccate con mano. È per tale ragione che mi permetto di invitarLa a venirci a trovare. Se Lei ritenesse di voler essere mio ospite, potrei affidarLa a dei tour operator del tutto particolari. Potrei affidarLa a Mirella, che per una vita intera ha fatto battaglie perché il nostro territorio divenisse un luogo di bellezza inaudita grazie all’arte. Potrei affidarLa al portavoce del movimento per la lotta per una casa e un lavoro dignitoso, che a tutt’oggi si batte contro la disgregazione sociale. Potrei presentarLe quel sacerdote che fa dell’anticamorra la sua missione, oppure uno dei tanti ragazzi che durante i giorni bui del lockdown consegnavano spese solidali a famiglie in stato di bisogno”.
E ancora: “Signor Sindaco, potrei presentarLe migliaia e migliaia di cittadini di Scampia che in giorni terribili sono stati vittime della rete di controllo che un manipolo di criminali aveva qui imbastito e che lo Stato (nella sua accezione più ampia, fatta di cittadini, comunità sociali e Forze dell’Ordine) ha contrastato e contrasta. Subito dopo, La inviterei a siglare un protocollo di amicizia tra le nostre comunità, poiché, caro Sindaco, l’amicizia viene dalla conoscenza reciproca, e fuori da questo rapporto si creano solo le condizioni per l’indifferenza, uno dei grandi mali dei nostri tempi”.
E infine l’invito: “La saluto cordialmente e La attendo a Scampia. Venga quando vuole. Decida con calma. Noi siamo qui. Non ci uccide nessuno”.
