Il mondo ebraico italiano sta subendo uno strisciante, ma sempre più evidente, ritorno alle leggi razziali del 1938. Un autista di taxi si rifiuta di trasportare una giovane disabile israeliana; su molti negozi ed esercizi commerciali si leggono cartelli con su scritto l’ostracismo agli ebrei, equivalenti espressioni di “Juden Raus”. Vengono boicottati i prodotti israeliani; sui balconi di persone tranquille e insospettabili viene esposta la bandiera palestinese e, soprattutto, la sinistra si sbraccia per dimostrare il suo “profondo amore per i poveri palestinesi”.

Quanto sia attendibile il Paese Italia è dimostrato da un fatto tragico e incontrovertibile: negli anni attorno al 1935 e seguenti si andava consolidando l’Asse Roma-Berlino, ed era chiaro quale fosse il trainante e quale il trainato. La Germania aveva già iniziato da tempo la “caccia all’ebreo”, che portava avanti nell’indifferenza generale e non cambiando di una virgola le proprie leggi; l’Italia, per eccesso di zelo e per ingraziarsi il potente alleato, portò al parossismo questo lugubre lato della storia. Nel 1938 concepì e approvò le famigerate leggi razziali, in attuazione delle quali l’entità ebraica venne cancellata dalla storia, con un colpo di spugna.

Landini riemerge dal letargo

Attualmente in Italia c’è un governo centrale di destra e una sinistra allo sbando, composta da un numero assai frastagliato di formazioni, la cui punta dell’iceberg è rappresentata dal Pd e dal partito Avs, risultante dalla fusione fredda dell’ex sinistra extraparlamentare di Fratoianni e dall’ex partito socialista di Bonelli (ora ecologista). Il Movimento 5 Stelle va tenuto fuori perché non è di sinistra, ma è il risultato della somma di una quantità di populismi proiettati su vari schermi. A dar man forte a queste realtà ora si è aggiunta la Cgil di Landini che, prendendo spunto dalle idee malsane dell’ex verde Greta Thunberg, concretizzatesi nella Global Sumud Flotilla, riemerge dal letargo.

Il rifiuto

Tutte queste formazioni non hanno nulla in comune, ma ora sono unite da un comune denominatore: la lotta al “genocida sionista”. La domanda sorge spontanea: per caso il Nazareno consiglia ai propri amministratori di moltiplicare le iniziative contro Israele? Per di più, sono all’orizzonte importanti elezioni regionali dove si sono dovuti scegliere dei candidati credibili. Per esempio i 5S in Calabria hanno imposto l’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che – non sapendo che altro dire – si impegna a sostenere il rifiuto di cento sindaci della Regione che hanno interrotto i rapporti con Israele, dimostrando così che siamo tornati all’epoca dei “Granducati”.

Le bufale da Gaza

Insomma, prendendo spunto dalla situazione di Gaza, nell’opposizione di finta sinistra si è aperta la gara a chi la spara più grossa. Ora si è aggiunta la vicenda legata alla Flotilla, con la segretaria dem Schlein (spalleggiata da Landini) che, dopo aver benedetto i “naviganti”, ha scritto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiedendo la protezione della flotta da eventuali attacchi di Israele. Qui si concretizza una pochezza a dir poco imbarazzante: Elly non capisce o fa finta di non capire che questa sarebbe una dichiarazione di guerra. Come si può pensare che una nave militare “scortata” da cinquanta imbarcazioni civili entri nelle acque territoriali di un Paese (tra l’altro in guerra) senza che questo reagisca? Però tutti gli altri partiti della coalizione sono d’accordo, e sono tutti felici di aver fatto una proposta comune. Nel frattempo i reali bisogni dell’Italia – come immigrazione incontrollata, dissesto idrogeologico, carenza di infrastrutture, allerta terrorismo dopo i fatti alla processione di Santa Rosa a Viterbo – possono aspettare: è più urgente sostenere le bufale che arrivano da Gaza.

Marco Del Monte

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