Una telefonata allunga la vita. Soprattutto se è quella che fa Giuseppe Conte al presidente della Repubblica. Per allungare la vita del governo, infatti, Conte avrebbe detto a Mattarella che c’è un gruppo di Responsabili pronti a unirsi alla maggioranza per sostituire la compagine renziana. E con la partita delle nomine aperta, passare all’incasso per i nuovi arrivati sarebbe automatico.
Va nella stessa direzione il messaggio vocale sfuggito al portavoce di Palazzo Chigi, Rocco Casalino: «Ci sarà un Conte-Ter», scandisce. Per poi dire che scherzava, a frittata fatta. Italia Viva insorge, con Anzaldi e Nobili. È il portavoce di Palazzo Chigi Casalino a dire che ci sarà un Conte Ter, a dispetto delle smentite del premier. Se Conte è sincero, lo licenzi subito dalla presidenza del Consiglio. Altrimenti è complice». «Trovo inopportuno – dice al Riformista la ministra di Iv, Teresa Bellanova – che quel messaggio, che credo fosse privato, sia trapelato. Ma trovo soprattutto inopportuno il suo contenuto, perché totalmente contraddittorio rispetto alle dichiarazioni che lo stesso presidente del Consiglio ha rilasciato oggi (ieri per chi legge, ndr.) a Gioia Tauro. Sia come sia, è chiaro che c’è chi prepara l’arma segreta per mettere Renzi fuori campo. E al fiorentino non rimane che innestare la retromarcia, sospinto anche da qualcuno dei suoi.
In Italia Viva non tutti hanno capito il senso della estenuante prova muscolare del capo. I sondaggi sono quello che sono, e corre voce che qualcuno abbia iniziato a puntare i piedi. Renzi con un articolato post su Facebook prova a stemperare le polemiche. «Ultima volta che torno a parlare di prescrizione», mette le mani avanti. Vero, ribadisce che sulla giustizia non è incline al compromesso, ma il rientro nei ranghi è nelle cose.
«L’azione del governo è migliorabile – assicura al Riformista la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, capo delegazione di Italia viva al governo – e se questo è l’obiettivo noi non faremo mai mancare il nostro appoggio. Il Governo deve dare risposte al Paese e affrontare temi che gli indicatori economici indicano come irrinviabili. La nostra priorità è questa».
Ed ecco che Italia Viva voterà la fiducia sul Milleproroghe e, sulla prescrizione, si dice disponibile «a una soluzione costituzionale». Parole, quelle pronunciate dal coordinatore nazionale dei renziani, Ettore Rosato, accolte come il segno di un “nuovo passo indietro” di Matteo Renzi, dopo quelli su Plastic Tax e Sugar Tax e quello sulla Popolare di Bari. Tra le fila dem ci si interroga sulle reali intenzioni del leader di IV, ma non sfugge la temporanea “inversione a U” nella strategia di attacco nei confronti del governo. Alla base di questa scelta, riferiscono fonti parlamentari dem, ci sarebbe una preoccupazione che cresce dentro il partito di Renzi e, in particolare, tra i parlamentari. I sondaggi rimangono tutt’altro che incoraggianti e un voto anticipato in questa situazione non garantirebbe la riconferma a nessuno.
Per questo, riferiscono le stesse fonti, ci sarebbero almeno quattro o cinque parlamentari che scalpitano per cambiare registro nei confronti del governo. Parlamentari che, se messi alle strette, potrebbero decidere di votare in dissenso con i propri gruppi pur di non tornare alle urne. Una ricostruzione che Italia Viva però respinge. «Che Renzi si aspettasse una partenza migliore mi sembra evidente», dice la sottosegretaria dem all’Istruzione Anna Ascani: «A maggior ragione le sue mosse appaiono incomprensibili, anche per chi milita nel suo stesso partito».
Nella tarda serata di giovedì, il via libera alla riforma del processo penale, un provvedimento contenuto nel programma di governo, è stato salutato con un certo sollievo da Pd, M5s e Leu. Anche perché contribuisce ad arricchire il carniere dei provvedimenti e, di conseguenza, ad allungare la vita del governo. Non è un caso, infatti, che Nicola Zingaretti abbia presentato in tutta fretta il Piano per l’Italia e che ieri il presidente del Consiglio sia volato a Gioia Tauro a inaugurare il Piano per il Sud, coadiuvato dalla sottosegretaria M5S Anna Laura Orrico, calabrese. C’è preoccupazione per i dossier economici, con i tanti – troppi – focolai di crisi occupazionale di questa settimana.
«Il governo va avanti solo se fa le cose», ama ripetere Zingaretti, per mettere in guardia l’esecutivo dal rischio di finire come quello presieduto da Enrico Letta. E lo ripete anche Matteo Renzi, ma con tono più minaccioso: «L’Italia rischia una crisi economica devastante, il Governo deve cambiare passo». Da Italia Viva viene spiegato che la volontà è ancora quella di fare andare avanti il governo, evitando “di raccogliere provocazioni” che arriverebbero da Conte in persona. L’ultima in ordine di tempo, viene riferito, sarebbe arrivata giovedì sera a Consiglio dei Ministri in corso: «Hanno convocato la riunione alle otto di sera e il testo della riforma del processo penale ce lo hanno inviato alle 20 e 34. Senza il Lodo Conte Bis».
A dimostrare la buona volontà del leader, i renziani citano la loro presenza ai tavoli sull’agenda, giovedì. Ma avvertono, come fa anche Renzi, che «se Conte vuole una maggioranza diversa, allora non avrà che chiederlo». Il sospetto dei renziani è che Conte stia già lavorando per raccogliere una maggioranza diversa, rastrellando parlamentari fra i gruppi esterni alla maggioranza. Intanto, però, Italia Viva sembra intenzionata a rinviare il redderationem: i renziani voteranno la riforma del processo penale, riservandosi di affrontare il nodo prescrizione non appena i lavori parlamentari lo permetteranno. Non si tratta, ribadiscono da IV, di una marcia indietro, visto che per Italia Viva «il Lodo Conte Bis rimane incostituzionale, al di là del nostro giudizio».
Lo stato di salute del governo, in ogni caso, sarà chiaro dopo le prossime votazioni sui provvedimenti del governo: la fiducia sul Milleproroghe alla Camera – sulla quale Italia Viva darà il suo apporto all’esecutivo – sarà un primo test. Poi si attende il voto di fiducia sulle intercettazioni al Senato. È in questo scenario incerto che il sabato della Capitale si colora di iniziative politiche. Tornano in piazza i 5S, per accendere i riflettori sulla battaglia sui vitalizi che, denunciano Vito Crimi e Luigi Di Maio, alcuni vorrebbero ripristinare. Sulla scaletta dell’evento è giallo. E c’è la manifestazione dei Liberisti Italiani, formazione liberale intorno a cui orbitano le attenzioni di molti azzurri, in questo momento di ristrutturazione del centrodestra.
