Scuola, lettera agli insegnanti da un papà: “Da marzo 2020 mai un mese senza interruzioni e i bambini ne soffrono”

“Care maestre, vi scrivo perché sinceramente preoccupato dall’andamento a singhiozzo della scuola”. Inizia così la lettera che Francesco, napoletano, papà di una bambina di seconda elementare, ha scritto alle insegnanti. Il suo è un appello alla riflessione per tutte le maestre perché il loro è un compito davvero fondamentale. Lo è ancor di più in un momento di pandemia in cui sono i più piccoli quelli che hanno sofferto di più e hanno inevitabilmente perso molti punti di riferimento.

“Mia figlia è in seconda elementare, il primo anno di scuola lo ha fatto in Dad – racconta Francesco – E ora ogni volta che la scuola è chiusa ci rimane male ed è difficile spiegarle il perché. In più sono preoccupato per l’apprendimento e la sua formazione. Per questo ho deciso di scrivere alle maestre affinchè capiscano quanto il loro lavoro, la loro presenza, per i bambini sia fondamentale”.

Così ha scritto la lettera aperta che ha recapitato al Riformista: “Fortunatamente il sindaco ad oggi ha dichiarato solo un giorno di chiusura per allerta meteo, con il vecchio non so cosa sarebbe successo ad oggi – scrive – Questa settimana grazie ad un ponte che ha fatto solo l’istituto dove è iscritta mia figlia, perché non inserito nel calendario scolastico regionale, immacolata e sciopero abbiamo totalizzato un solo giorno di scuola”.

Trovo tutto giusto e perfettamente legittimo – continua la lettera – ma mi domando, gli insegnanti vogliono insegnare? Perché l’immagine che ne esce fuori è drammatica. La sensazione è che il corpo docente non sia troppo interessato all’argomento”. Molti genitori sono rimasti spiazzati dalla notizia dello sciopero ma soprattutto dalle informazioni vaghe e non ufficiali delle maestre che a poche ore dallo sciopero non sapevano se avrebbero aderito o meno. O almeno non lo hanno dichiarato apertamente.

“Non garantiamo che sarà svolta attività didattica”, è questo il messaggio che circolava nelle chat dei genitori in occasione dello sciopero annunciato dal personale della scuola per venerdì 10 dicembre. Così in tanti non hanno accompagnato i figli a scuola nel dubbio, anche perchè l’organizzazione tra scuola e lavoro è da oltre un anno una vera e propria corsa a ostacoli. Un altro giorno di scuola perso. E intanto i dati nazionali del Ministero sull’adesione allo sciopero di quel giorno fissano numeri al di sotto del 7% come riportato anche da Orizzonte Scuola. Una cifra davvero irrisoria che però ha tenuto molti bambini ancora una volta lontano da scuola.

 

Francesco è ormai avvilito per la situazione tanto da aver voluto capirne di più partecipando a un’assemblea sindacale delle insegnanti. “In passato ho partecipato ad una assemblea sindacale per cui la scuola aveva fatto solo due ore di apertura – continua nella lettera – Ma all’assemblea sindacale su tutta la provincia di Napoli hanno partecipato circa 200 insegnanti, non so il corpo docente di quante unità sia ma credo che ci sia qualche insegnante in più solo nel vostro istituto”.

Conclude così la lettera: “La prego di credermi quando le dico che per la mia famiglia sta diventando davvero pesante questa situazione, siamo due partite Iva e ogni vostra chiusura ci costa caro, ma soprattutto da marzo 2020 ad oggi mia figlia credo non abbia mai fatto un mese di scuola senza interruzioni, mi dica lei se questo è corretto nell’insegnamento ai bambini dai 6 anni in su. Ero convinto che la scuola pubblica fosse la scelta migliore per mia figlia, inizio a non esserne più tanto sicuro”.