L'iniziativa
Separazione carriere, la Fondazione Einaudi raccoglie firme per sollecitare la riforma
Separazione delle carriere tra giudici e Pm, si fa sul serio? La domanda, dopo tanti anni di promesse a vuoto, è d’obbligo. Il referendum del 2022 non raggiunse il quorum ma fotografò comunque un 74% di elettori a favore: furono in 6.536.299 italiani ad andare ai seggi per chiedere una magistratura giudicante terza rispetto a accusa e difesa. Quello che sembrerebbe essere un principio di base di qualsiasi civiltà giuridica rimane tutto da conquistare. Era tra gli obiettivi di Carlo Nordio e i numeri per avere in Parlamento una larga maggioranza a favore oggi ci sarebbero. Per spronare il legislatore, la Fondazione Luigi Einaudi passa all’azione e raccoglie sin da oggi le firme sul sito www.fondazioneluigieinaudi.it. ‘’La separazione delle carriere in magistratura, tra Pm e giudici, è una battaglia di civiltà che portiamo avanti da anni, insieme agli amici dell’Unione Camere Penali.
Oggi abbiamo lanciato un appello, che ha raccolto adesioni in modo trasversale, da quasi tutte le forze politiche presenti in parlamento. Ci auguriamo si arrivi a una rapida approvazione di questa riforma. Coloro che giudicano, coloro che accusano e coloro che difendono nel processo penale devono essere parti distinte e distanti tra loro. Lo sosteniamo perché crediamo che la riforma non debba interessare gli addetti ai lavori, avvocati, giudici e Pm, ma il cittadino e il bene fondamentale della libertà’’, ha detto Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi. Italia Viva ha dato per prima la sua adesione. “Sappiamo che la riforma costituzionale è un percorso complicato, inoltre ci sono i problemi politici. Mi rivolgo quindi in particolare alla maggioranza: serve una particolare determinazione per portare in porto una riforma, quella della separazione delle carriere dei magistrati, che sarebbe epocale. In questa legislatura abbiamo una occasione d’oro: sulla carta la maggioranza c’è e il governo ha davanti a sé un tempo che potrebbe coincidere con l’iter di una riforma costituzionale. Se perdiamo questa occasione avremo, come politici, una responsabilità in più”, ha detto Roberto Giachetti.
“Ricordo che le firme per la separazione delle carriere che sono state raccolte sono già milioni. Ogni volta che si solleva la questione – ha aggiunto Giachetti – da parte del sindacato dei giudici si alzano gli scudi, sventolando il rischio della messa in discussione dell’indipendenza della magistratura, che è assolutamente falso. Ma questo serve a terrorizzare qualche esecutivo e il parlamento. Ed è il pericolo che dobbiamo evitare. Aderiamo quindi a questa nuova raccolta firme e ci mobiliteremo per questo, ma c’è l’occasione di portare in fondo la riforma in parlamento”. Speriamo che per una volta ci sia almeno la separazione tra le carriere dei magistrati e dei decisori pubblici.
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