Hanno provato a sequestrare un imprenditore edile, immobilizzando con fascette e caricandolo su un furgone. Poi durante il viaggio verso un ipotetico “covo”, l’uomo è riuscito a liberarsi dalla morsa degli aspiranti rapitori, guadagnano la fuga e denunciando l’accaduto alle forze dell’ordine. E’ tutta da chiarire la vicenda relativa a quanto avvenuto lo scorso venerdì 26 novembre a Marano di Napoli, comune a nord del capoluogo partenopeo, dove in via Eschilo, poco dopo le 19 l’ingegnere 51enne è stato aggredito da un gruppo di quattro-cinque persone, armate di pistola e con il volto coperto, mentre rientrava a casa a bordo di una Bmx X1 insieme al papà di 76 anni, imprenditore edile conosciuto nella zona.
Il 51enne, così come ha raccontato ai carabinieri della Compagnia di Marano, è riuscito a scappare in località Castel Belvedere, distante pochi chilometri dalla sua abitazione. Non sono chiare le circostanze che hanno portato l’uomo a guadagnare la fuga dopo una breve colluttazione. Fatto sta che poco dopo è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli dove i sanitari hanno refertato lesioni al volto e alla tempia guaribili in 15 giorni. I militari dell’Arma hanno compiuto rilievi e acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza per ottenere indizi utili all’identificazione del commando entrato in azione.
I due imprenditori, padre e figlio, hanno riferito ai carabinieri di non aver mai ricevuto minacce né richieste di racket. Saranno le indagini a far luce su quanto accaduto in una zona, come quella di Marano e dei comuni limitrofi (Calvizzano, Quarto), dove insistono da decenni organizzazioni malavitose come i Polverino, i Nuvoletta e gli Oralndo. Da ricostruire anche la dinamica che ha portato il 51enne ingegnere a guadagnare la fuga, pare stesso dal furgone sul quale era stato caricato, riuscendo a liberarsi dalla ‘custodia’ di almeno quattro persone.
