Lo sprint del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla politica estera italiana fa segnare un nuovo record sul giro. La giornata di oggi in Bahrein ha tutti i presupposti per esser definita storica. Era da quasi dieci anni che nessun leader europeo presenziava al Vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo, summit che riunisce Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar. Ma il vento è cambiato, e l’invito da Manama giunto a Palazzo Chigi ne è la dimostrazione. L’Italia, quale Paese fondatore dell’UE, ha sempre ricoperto un ruolo centrale ma oggi è tornata protagonista della scena europea. Merito della stabilità del governo sì, ma anche della sua proiezione internazionale.
Meloni, da quando è in carica, ha visitato diverse volte i Paesi del Golfo, e viceversa i leader della regione hanno fatto tappa a Roma. Negli ultimi tre anni, l’Italia, da pioniera, ha siglato nuove intese e rafforzato i partenariati bilaterali esistenti, spesso anche anticipando le mosse dell’Unione europea. Numerose, poi, sono le iniziative di politica estera promosse da Meloni, dal Piano Mattei per l’Africa al Corridoio economico IMEC. L’invito a partecipare al Vertice è una ulteriore conferma del ruolo di primo livello dell’Italia, interlocutore col quale i Paesi del Golfo puntano a rafforzare le relazioni.
La giornata odierna rappresenta un banco di prova a tutto campo, che spazia dalla questione palestinese a Gaza ai grandi progetti infrastrutturali, dal business petrolifero all’industria della difesa. I dossier sono molti, ma al cuore di ciascuno di essi vi è l’elemento portante della sicurezza, sia essa economica, politica, commerciale o energetica. Nel contesto globale turbolento che viviamo, il Golfo Persico è un punto nevralgico e le convergenze che verranno raggiunte al Vertice saranno un segnale preciso della direzione che la penisola araba vuole intraprendere. L’obiettivo è un Mediterraneo sempre più integrato e interconnesso.
