La guerra civile sudanese va avanti da due anni e mezzo ed il paese sta sprofondando nella più grande crisi umanitaria della sua storia. I combattimenti sono ridotti a poche aree, soprattutto nella regione occidentale del Darfur, dove i ribelli di Hemeti controllano il 90% del territorio ed i governativi tengono soltanto El Fasher, la capitale del nord, assediata dai paramilitari da mesi. In questa delicata situazione l’Egitto si è posto ancora una volta come mediatore ed il ministro degli Esteri del Cairo Badr Abdelatty ha organizzato tre riunioni a Port Sudan, la capitale provvisoria della nazione, sotto controllo dell’esercito sudanese.

Nella prima riunione ha incontrato il generale Abdel Fattah-al Burhan, presidente del Consiglio Militare del Sudan con il quale ha confermato l’impegno egiziano per trovare una soluzione alla guerra civile che dilania il paese. il ministro egiziano ha confermato l’appoggio ai governativi, definendoli come gli unici veri rappresentanti del popolo sudanese. L’Egitto ha anche preso l’impegno ufficiale di raggiungere un cessate il fuoco e soprattutto una tregua umanitaria che possa portare aiuto ai milioni di profughi sia interni che nei campi degli stati confinanti. Un tema cogente è stato anche il Nilo, arteria idrica fondamentale alla sopravvivenza dell’economia delle due nazioni.

Egitto e Sudan hanno concordato una linea comune per la gestione delle acque del grande fiume africano, respingendo con forza le azioni portate avanti dall’Etiopia che con la costruzione della diga Gerd (Grand Ethiopian Renaissance Dam) sta sottraendo acqua sia a Khartoum che al Cairo. Il secondo incontro è stato con il primo ministro sudanese Kamil Idris per rilanciare un piano di collaborazione ancora più forte fra Egitto e Sudan nel commercio e nel libero scambio di merci.

Proprio in queste settimane si sta anche tenendo il Forum economico egiziano-sudanese e del Comitato commerciale congiunto al Cairo. Il terzo ed ultimo meeting è stato con il suo omologo agli Esteri Mohieddin Salem e questa volta il tema è tornato sul lavoro per l’ottenimento di un cessate il fuoco duraturo, il ritorno dei profughi alle proprie abitazione e soprattutto la fine dell’assedio della città di El Fasher, dove gli abitanti stanno iniziando a morire di fame. La guerra civile del Sudan è totalmente fuori dai radar dei media internazionali nonostante le decine di migliaia di morti ed i milioni di profughi che provoca da oltre due anni e mezzo. Egitto, Arabia Saudita e Stati Uniti mantengono un tavolo di trattative aperto a Geddah, ma sono mesi che i contendenti non si parlano e la popolazione è già allo stremo.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi