Dimitri Fricano non sconterà la sua pena in carcere ma ai domiciliari a causa della sua grave obesità. La notizia arriva dalla stuttura penitenziaria torinese delle Vallette, mentre il fatto di cronaca nera risale al 2017.

L’assassino di Erika Preti (sua fidanzata 25 enne uccisa con 57 coltellate durante una vacanza in Sardegna) era stato condannato nel 2018 a trent’anni di reclusione, ma nell’ultimo periodo ha visto il suo stato di salute peggiorare notevolmente.

“Le condizioni non sono compatibili con quelle offerte dalla struttura – fanno sapere i giudici di Torino-. Nel corso della restrizione l’individuo ha riscontrato un consistente aumento di peso in quanto non può disporre di pasto ipocalorico (non dispensato dalla cucina dell’istituto) e non segue le indicazioni dietetiche. Pur disponendo di una carrozzina non riesce ad accedere ai servizi a causa delle barriere architettoniche e presenta gravi limitazioni funzionali derivanti dalla polineuropatia agli arti inferiori e superiori. Ha bisogno di assistenza che non c’è”.

Cento sigarette al giorno

A ciò si aggiunge un vizio da cento sigarette al giorno, che ha portato il tribunale di sorveglianza a concedere i domiciliari al 35enne biellese che ha già raggiunto l’abitazione dei genitori. “Sei anni sono davvero troppo pochi – dice il papà di Erika Preti al Corriere della Sera – scoprirlo è stata una pugnalata al cuore. Lui va ai domiciliari, noi ogni giorno piangiamo sulla tomba di nostra figlia”.

Redazione

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