La lite, poi i colpi. Due, sparati da un fucile da caccia. Giovanni Vezzali, 85 anni, ha così ucciso il figlio 43enne della propria badante, Thomas Achille Mastrandrea.
L’omicidio è avvenuto domenica 5 giugno nell’abitazione dell’uomo a Gambolò, in provincia di Pavia. Oggi l’anziano, dopo un lungo interrogatorio, è stato trasferito nel carcere di Torre del Gallo a Pavia in attesa dell’udienza di convalida. È accusato di omicidio volontario.
Le indagini sul delitto
In una nota firmata da Fabio Napoleone, procuratore di Pavia, si legge che il fermo del pensionato è avvenuto alle 4:50 della mattina del 6 giugno. “Il decreto è stato emesso dal pubblico ministero a seguito delle dichiarazioni rese dall’indagato durante l’interrogatorio tenutosi durante la notte alla presenza del difensore“. Nella stessa nota della Procura è stato inoltre precisato che l’uomo non ha problemi di deambulazione e non è sulla sedia a rotelle come riportato all’inizio.
Secondo una prima ricostruzione, il 43enne si sarebbe recato in casa di Vezzali, intorno alle 18:30, per chiarire la situazione in merito ai rapporti con la madre. Ieri sera si era diffusa la voce secondo la quale l’85enne si sarebbe risentito dopo essere stato “rimproverato” per alcune presunte molestie alla dipendente. Tra i due sarebbe quindi iniziata una discussione che si è trasformata in tragedia. Particolari che dovranno trovare conferma negli accertamenti condotti dagli inquirenti: sono in corso le indagini per ricostruire il movente del delitto, nonché l’esatta dinamica.
In casa c’era anche la badante e madre della vittima, che però si trovava in un’altra stanza e sarebbe intervenuta solo dopo aver udito l’esplosione dei colpi d’arma da fuoco.
Secondo quanto riportato da Repubblica, Thomas Mastrandrea si era sposato qualche mese fa e abitava a Nicorvo, dove l’amministrazione comunale si è già attivata per assistere sia la moglie, affetta da sclerosi multipla, che la suocera in carrozzina.
