“Un obiettivo per tutta la società”: #Oltreilmerito, Elisa Greco punta alla parità

La parità di genere come obiettivo chiaro, anche se non propriamente vicino. Eppure c’è chi lotta, combatte e battaglia per diffondere l’importanza e la necessità di arrivarci. Non solo per le donne stesse, ma per tutta la società.

Elisa Greco, comunicatrice culturale, è autrice del format #Oltreilmerito – Il Ring delle Idee, con cui affronta costantemente il tema. Ha riscosso grandissimo successo la serie di appuntamenti on line andata in onda nelle ultime settimane in diretta Fb sulla pagina “La Storia a Processo”. Paga la scelta di puntare su un tema così sentito e di farlo col contributo di ospiti di alto profilo culturale.

In occasione della “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, ieri si è tenuto un webinar – “Donne con gli attributi? Stereotipi e linguaggi che uccidono” -, organizzato in collaborazione con il Comune di Milano, per porre l’accento sulle parole e sulle frasi fatte, che spesso diventano offensive.

Elisa Greco, lei ieri ha citato dei dati che non lasciano spazio a interpretazioni. Perché, nonostante una campagna massiva di sensibilizzazione, siamo così lontani da una effettiva parità di genere?

Superare il gender gap implica un lungo percorso, profondo e nello stesso tempo “di superficie“, che impegna la società attuale nel suo complesso e in tutti i suoi aspetti. Di conseguenza, ogni qual volta si raggiunge una meta, l’orizzonte si sposta e si lavora per raggiungere l’obiettivo successivo.

Il titolo del webinar di ieri era evidentemente provocatorio. Che ruolo può avere in questo percorso tortuoso l’adozione di un certo linguaggio più consono e, appunto, meno stereotipato?

Il linguaggio è, per sua stessa natura, espressione di una di una realtà contestuale, ma nello stesso tempo ne è strumento di cambiamento. Ecco perché diviene centrale una costante attenzione linguistica e una formazione già in età scolare e preadolescenziale a non lasciarsi prendere da stereotipi linguistici e che potremmo definire anche culturali. Potremmo farne tanti di esempi di interazione linguistica e culturale: una per tutte il bullismo.

In senso più generale, la comunicazione può fare tanto. Campagne ne sono state realizzate e tante se ne realizzano, ma cosa bisognerà fare perché arrivi il momento in cui se ne potrà fare a meno?

Da comunicatrice condivido l’importanza, il valore, la forza che ha la comunicazione sia essa in positivo che in negativo. E in questo caso mi riferisco all’uso del corpo femminile in pubblicità oppure alla contraddittoria interpretazione intorno all’ultima campagna fotografica di Letizia Battaglia. Per ritornare al punto, penso che avendo lunga strada davanti, molteplicità di mete da raggiungere e profondità di percorsi da affrontare ne parleremo ancora, ancora e ancora.

Per comunicazione s’intende anche quella che si avvale di simboli: le panchine rosse, ad esempio. Stanno diventando iconiche, ma in concreto, quale passo avanti possono far compiere?

Uno su tutti: iconicamente dare voce al silenzio e alla solitudine che avvolge le donne che subiscono atti di violenza, da quella fisica a quella psicologica, ugualmente drammatica. Iconicamente dire “non sei sola”. Iconicamente essere la rappresentazione visiva del numero verde di aiuto 1522. Iconicamente aprirsi alla collettività e divenire voce di quel silenzio in cui sono immerse le donne che subiscono violenza.

La politica. Cosa può fare di tangibile? Perché il vostro riferimento costante al Recovery Fund?

Scegliamo la definizione della Ue, cioè Next Generation EU, che rende in modo chiaro la prospettiva a cui bisogna tendere. Adesso più che mai è l’occasione per un cambio di rotta, sapendo cogliere l’opportunità rappresentata dalle linee guida contenute nel programma di rilancio europeo per mettere in campo riforme, welfare e iniziative di contrasto a pregiudizi di genere. Sono queste le sfide che ci attendono. Quando una società si trova in un momento di passaggio come il nostro, può scegliere se andare avanti o tornare indietro. Ecco, noi dobbiamo scegliere di andare avanti, non abbiamo più scuse, non abbiamo scelta, in primo luogo perché i nostri diritti sono un bene per tutta la comunità, la migliorano, la arricchiscono, la rinvigoriscono. Ed è per questo che l’uso del linguaggio è una responsabilità collettiva.

Domanda secca: perché #Oltreilmerito?

#Oltreilmerito per essere protagoniste dell’attuale trasformazione che investe la società, l’economia e la cultura della conoscenza, dal momento che siamo già in prima linea e fortemente coinvolte come parte attiva. #Oltreilmerito per andare oltre la consapevolezza della competenza e del merito e essere realmente centrali nelle scelte di indirizzo strategico, con una presenza diffusa e trasversale nei ruoli e nei posti decisionali.